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758* 28 ottobre 2022
(Articolo tratto da sinergitech.it)
“Aziende di Disinfestazione e Movimenti Anti Pesticidi, un braccio di ferro che sembra non avere né fine né soluzione possibili…
Se fossimo in un film senza dubbio loro sarebbero i buoni e noi i cattivi, loro Maverick e noi i mig russi, loro Batman e noi Joker, e chi più ne ha più ne metta…
Infatti, ancora nel 2022, secondo l’immaginario collettivo, il Disinfestatore è spesso associato all’”avvelenatore”, fama che spesso ci è stata calata addosso perché è la più facile e comoda delle associazioni mentali, ed a voler essere onesti almeno parte di questa nomea se l’è cercata con anni ed anni di interventi ad ampio spettro e basso costo di realizzazione.
Siamo di fronte ad un bivio ormai da qualche anno, e per chi non lo avesse ancora fatto si tratta quindi di scegliere quale strada prendere: la prima e più immediata (e forse più comoda) è quella, per dirla come i colleghi milanesi, di continuare ad essere i “Ciaparat” avvelenatori; e la seconda, di più lungo respiro, anche se più insidiosa, di scegliere di diventare i Professionisti del Pest Management.
Entrambe le figure continueranno inevitabilmente a coesistere ancora per lungo tempo, ed è giusto che sia così, ma come consigliere di AIDPI, credendo molto nella “P” di Professionali, ritengo utile e doveroso fare un focus sul secondo gruppo, ovvero quello che necessariamente rappresenta a mio avviso il presente ed il futuro.
Come sempre accade, anche in questo caso, spetta a Management noi Professionisti smarcarci dall’etichetta di avvelenatori e cercare ogni modo utile per avvicinarci al sempre crescente mondo dei movimenti anti-pesticidi, anche se la cosa può non essere semplice, è un passo che dobbiamo affrontare perché dalla contrapposizione attuale non nascerà sicuramente niente di buono, viceversa è nostro interesse trovare la giusta via del confronto e della condivisione più ampia possibile.
Non esiste una ricetta precisa che possa garantire di arrivare a dei buoni risultati, anche perché la battaglia che affrontiamo è ardua almeno quanto quella tra juventini e fiorentini (o tra interisti e milanisti…) in ambito calcistico, ma dobbiamo vincere la sfida.
A questo scopo mi girano in testa molte domande. Non sarebbe forse utile che tutti noi colleghi ci impegnassimo nel divulgare la figura del Disinfestatore, non solo come “omino che toglie gli schifosi insetti”, ma soprattutto come amico del quale fidarsi ed a cui poter chiedere anche solo un consiglio disinteressato?
Non sarebbe forse utile che noi colleghi ci impegnassimo insieme, magari tramite l’Associazione di categoria che potrebbe fungere da “marchio di garanzia”, a divulgare questo messaggio per farlo arrivare alla maggior parte dei cittadini della penisola?
Ancora potremmo pensare di essere presenti come sponsor e presenza fisica nelle giornate che sempre più spesso sono organizzate dai comitati anti-pesticidi e dal mondo che ruota attorno ad essi? Potrebbe essere utile organizzare eventi ad hoc rivolti ad avvicinare e sensibilizzare il maggior numero possibile di persone sul nostro mondo troppo spesso frainteso e sottovalutato?
Sono spunti di riflessione camuffati da domande, sui quali penso valga la pena riflettere e che spero possano essere utili per dare il via ad un vero e proprio brain-storming fra colleghi dal quale, sono sicuro, potremmo uscire tutti arricchiti.
Abbiamo diversi fronti su cui possiamo giocarcela, come quelli a cui ho accennato sopra. Gli strumenti per provare ad essere più sensibili ed utili ai temi ambientali ormai li abbiamo tutti, sono tutti a disposizione ed ampiamente testati, sta quindi solo a noi utilizzarli e farlo nella maniera corretta.
Proviamo a pensarci, i nostri amici produttori hanno ormai in catalogo una gamma di insetticidi rivolta alla massima sostenibilità ambientale fino ad arrivare a soluzioni con impatto ambientale pari a zero; i costruttori di atomizzatori e macchinari sono anch’essi sul pezzo con strumentazioni di ultima generazione elettriche per un basso inquinamento e con dosatori e miscelatori che aiutano, oltre a non sprecare, anche a non inquinare inutilmente; gli erp ci aiutano a non sprecare tonnellate di inutile carta, gli anni di professionalità che ognuno di noi ha accumulato e le varie specializzazioni ci consentono di elaborare vere e proprie strategie atte a risolvere i problemi nel modo meno impattante possibile sull’ambiente.
Vi assicuro che non sono discorsi soltanto teorici, anzi, ho provato a mettere in pratica alcune delle idee sopra citate proprio poco tempo fa, quando sono stato chiamato a partecipare come relatore (pro bono publico) ad un webinar destinato ad amministratori locali di tutta Europa ed organizzato dalla principale organizzazione europea anti-pesticidi, in pratica mi sono trovato a giocare in trasferta, ed in terreno apparentemente ostile, come fare?
Ho pensato che sarebbe stata una buona idea, per dialogare con il variegato mondo dei movimenti anti pesticidi, partire dall’analisi degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile 2030 universalmente riconosciuti e vedere a quali rispondiamo se ci comportiamo da Professionisti e non da ciaparat, condivido le riflessioni con voi: riducendo o eliminando l’utilizzo di pesticidi ed utilizzando strumenti e mezzi idonei contribuiamo ad una maggiore salute e benessere e ad un mantenimento dell’acqua più pulita, possiamo utilizzare energia pulita, contribuiamo a creare condizioni di lavoro più dignitose, portiamo sicura innovazione, contribuiamo a rendere più sostenibili le nostre città, diventiamo dei fornitori maggiormente responsabili, agiamo per il clima riducendo le emissioni, tuteliamo la vita sulla terra e subacquea migliorando, riducendo o eliminando l’uso di biocidi e creiamo partnership per il raggiungimento degli obiettivi.
Sembra poco, ma a ben guardare rispondiamo ad 11 punti su 17 totali, ovvero agendo in tal modo abbiamo tutti i titoli per poter parlare a ragion veduta con chiunque, importante è che alle parole facciamo seguire i fatti, e qui sta a noi agire secondo le nostre coscienze.
Se ci entriamo dentro scopriamo che il mondo dei movimenti anti-pesticidi non è né ostile come potrebbe apparire né troppo distante da noi, anche perché rivolge la propria azione principalmente verso il mondo dell’agricoltura, anche se inevitabilmente ricade anche sul nostro lavoro.
Le regole per intavolare un dialogo con il variegato mondo free pesticide sono le stesse di ciascun dialogo costruttivo, porsi in modo da ascoltare e recepire senza alcuna voglia di scontro o chiusura prevenuta.
Per poter realizzare questo serve necessariamente che ci presentiamo come categoria seria ed onesta, cosciente dei propri limiti e delle proprie virtù.
Con AIDPI un nuovo importante e fondamentale tassello lo stiamo costruendo, ovvero il percorso in sede UNI per normare la Disinfestazione Sostenibile e la Disinfestazione in ambito Alimentare Bio.
La strada intrapresa dai gruppi di lavoro è quella della massima serietà e della garanzia più alta per l’utente finale sempre nell’ottica della collaborazione tra organismo normatore ed azienda.
Una volta conclusosi, questo percorso potrà senza dubbio aiutarci a garantire un certo tipo di attività Professionale ed una interlocuzione prioritaria con certi mondi.
Cari colleghi, il futuro ci aspetta al varco e non è poi così lontano come sembra, sta a noi scegliere da che parte stare, vogliamo essere dalla parte sbagliata additati come problema ed avvelenatori? O forse vogliamo stare dalla parte giusta del tavolo come categoria che ha provato a cambiare le cose?
“Il concetto di sostenibilità ha raggiunto livelli di popolarità altissimi oramai in ogni ambiente civile e anche nei comparti economici”.
Si tratta di un valore che abbraccia più aspetti, partendo certamente da una visione di tutela dell’ambiente, ma allargandosi ad altri modus operandi che interessano la trasparenza, la professionalità, l’innovazione, l’eticità e la socialità nei processi economici.
Tutto ciò riguarda anche il comparto della disinfestazione, un settore per certi versi anomalo, rispetto ad altri, per più fattori, fra cui forse il più eclatante è la crescita esponenziale negli ultimi 25 anni delle imprese che vi operano e il trend positivo di fatturato, che non ha subito flessioni né dalla crisi economica degli ultimi 10 anni, né dalla pandemia da Covid 19.
“In effetti – spiega Sergio Urizio, consulente di AIDPI – il settore del Pest Management da un lato ha beneficiato in primis a metà degli anni ‘90 della chiusura degli uffici disinfestazione dei Comuni, che hanno segnato il proliferare di piccole imprese che si sono buttate nei servizi di disinfestazione, a dir il vero, spesso senza troppa professionalità, dall’altro dall’avvento di diverse normative nell’ambito dell’industria alimentare (BRC e IFS in primis), che hanno interessato anche il Pest Control, con riflessi positivi nel settore, in termini di aumento delle commesse e maggior qualificazione dei servizi offerti, con, ad esempio, l’avvio delle azioni di prevenzione e monitoraggio a fianco dei trattamenti veri e propri nei confronti degli infestanti alimentari.
Nonostante questo miglioramento qualitativo delle attività sul mercato, l’idea che questa professione sia tutto sommato semplice ed accessibile a tutti non è certo debellata: come associazione di imprese professionali si rimarca da tempo come tutto il settore sia in continua evoluzione e serva una qualificazione continua per rimanere sul mercato da protagonisti”.
Fra gli aspetti particolarmente qualificanti nel fare impresa oggi nella disinfestazione c’è senza dubbio quello dello sviluppo sostenibile, un concetto che AIDPI non solo ha messo in evidenza da tempo, ma che ha voluto con forza promuovere, quale punto qualificante nel fare impresa in questo settore.
“Si affrontò decisamente l’iniziativa 5 anni fa – spiega Sergio Urizio – dopo una visita alla manifestazione fieristica CIBUS di Parma, dove apparve evidente la forte evoluzione in termini numerici e di qualità delle produzioni biologiche, un ambito sottoposto a rigorose normative e controlli, al fine di poter accedere a finanziamenti e agevolazioni fiscali consistenti. Questo deciso sviluppo, unito al concetto di sostenibilità, ha fatto riflettere e giungere ad una considerazione: se il settore del Pest Control intende consolidare il proprio ruolo in questi contesti, servono regole condivise e standard di riferimento che traccino un percorso in questo senso. Lo strumento più idoneo per questo processo, così come fu per la norma UNI EN 16636, è certamente la normazione volontaria UNI (Ente di Normazione Italiano), in quanto tiene in piena considerazione aspetti commerciali e scientifici con l’obiettivo della tutela dei consumatori e del benessere sociale”.