530* 21 ottobre 2021
(Articolo tratto da hwupgrade.it)
Un recente studio condotto in UK ha dimostrato come la popolazione di insetti attorno ai lampioni stradali a sorgente luminosa LED sia molto inferiore rispetto alle zone limitrofe e anche rispetto a quella attorno ai ‘vecchi’ lampioni con lampade al sodio.
La tecnologia LED ha portato grandi benefici, soprattutto in termini di efficienza energetica, e ha conquistato molti domini: dalla retroilluminazione di display e TV, alle luci di casa, fino all’illuminazione stradale.
In questi anni abbiamo imparato a conoscerne anche gli effetti negativi, come quelli legati alla cosiddetta ‘luce blu’. Lo spettro di emissione delle sorgenti LED, infatti, spesso mantiene una consistente componente a più elevata frequenza, che ricade nel blu e nel violetto.
Diversi studi hanno dimostrato come questa luce blu residua sia in grado di interferire coi ritmi naturali del nostro corpo (il ciclo circadiano), portando a modificazioni del ciclo sonno-veglia.
Inoltre la luce a quelle frequenze trasporta più energia e la lunga esposizione a esse può portare ad affaticamento e anche nei casi di esposizione prolungata anche un danneggiamento dell’apparato visivo.
Questo sembra essere vero non solo per l’uomo: un recente studio condotto in collaborazione dal UK Centre for Ecology & Hydrology (UKCEH), dalla Newcastle University e da Butterfly Conservation ha dimostrato come la popolazione di insetti attorno ai lampioni stradali a sorgente luminosa LED sia molto inferiore rispetto alle zone limitrofe e anche rispetto a quella attorno ai ‘vecchi’ lampioni con lampade al sodio.
In particolare la quantità di bruchi rilevata nella zona illuminata dai moderni lampioni stradali a LED è del 52% inferiore a quella delle zone non illuminate limitrofe e del 41% inferiore rispetto alla popolazione sotto i lampioni al sodio.
Inoltre le lampade LED sembrano avere un effetto negativo più esteso: la popolazione di larve nelle zone d’erba limitrofe al cono di luce dei lampioni LED è di un terzo inferiore alla norma.
Questo non accade con le lampade al sodio, che non sembrano avere effetti rilevabili sulla popolazione di insetti al limitare del cono di luce.
Lo studio è stato condotto attraverso più di 400 ore di campionamenti lungo le strade nella valle del Tamigi, su un totale di 55 siti, illuminati e non illuminati, nel corso degli ultimi tre anni.
Il sospetto è che la luce LED disturbi in modo più consistente la deposizione delle uova da parte delle falene nelle zone illuminate, portando alla riduzione del computo delle larve negli intorni dei lampioni: si può quindi parlare di un vero e proprio ‘inquinamento luminoso’ con effetti diretti sull’habitat degli animali.
La preoccupazione dei ricercatori è che la diminuzione delle larve abbia un impatto diretto sul resto della catena alimentare, ricci e uccelli in primis, che si nutrono giornalmente di centinaia di bruchi.
La buona notizia è che alcune delle contromisure adottate per limitare gli effetti della luce blu nelle sorgenti luminose LED destinate all’uso umano possono essere implementate anche nei lampioni: filtri per bloccare le frequenze più elevate e dannose per gli insetti e riduzione dell’intensità luminosa sono sicuramente le due strade più facilmente percorribili.
Vuoi saperne di più? Scrivici senza impegno!