503* 21 settembre 2021
(Articolo by ansa.it)
Tunnel lunghi metri, capaci di resistere anni e senza l’uso di materiali di rinforzo: sono alcune delle incredibili caratteristiche interne dei formicai studiate da un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) utilizzando i raggi X.
I risultati pubblicati sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) suggeriscono che le formiche adottano tutte le migliori soluzioni ingegneristiche e i loro comportamenti potrebbero essere utili per programmare robot scavatori del futuro.
Visti dall’esterno i formicai non sono altro che fessure, oppure piccle montagnole di sabbia con un buco al centro, che hanno intorno un intenso viavai di centinaia di formiche impegnate a lavorare. Penetrare per osservare quel che avviene all’interno molto complicato e per capire i metodi usati per costruire la rete di gallerie i ricercatori, guidati da Jose Andrade, hanno pensato di usare una macchina per le tomografie a raggi X.
Nell’esperimento sono stati osservate colonie di formiche mietitrici (Pogonomyrmex occidentalis) molto comuni negli Stati Uniti, all’interno di contenitori di terra che sono stati scansionati a intervalli di 10 minuti.
Scopo dell’esperimento era in particolare osservare i dettagli esatti usati per la costruzione dei tunnel e quali granelli di terra e sabbia venivano rimossi durante il lavoro.
Ne è emerso che durante lo scavo le formiche realizzano delle sorte di ‘archi’ nel terreno vicino alle gallerie vere e proprie che hanno lo scopo di ridurre la pressione del terreno e quindi ridurre il rischio di crolli.
Un altro aspetto importante che è emerso è la scelta del miglior angolo di incidenza per la discesa.
Ogni materiale ha infatti per le proprie caratteristiche un angolo limite superato il quale frana (lo sperimentiamo facilmente giocando sulla sabbia al mare: raggiunta una certa inclinazione la sabbia rotola sempre in basso a meno che non venga bagnata).
Secondo i ricercatori le formiche sono in grado di capire rapidamente quale sia l’angolo limite di discesa in funzione del materiale in cui si trovano.
Lo studio, sottolineano i ricercatori, ha permesso di fare luce su comportamenti molto semplici ma efficienti che potrebbero presto essere adottati da sciami di minirobot scavatori da usare per lavori di esplorazione sotterranea o come minatori.
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