Le “drosofile scure” nelle strutture della ristorazione

1108* 31 maggio 2024

(Articolo tratto da osdgroup.it)

Il minuscolo “moscerino della frutta o dell’aceto” (Drosophila melanogaster), giallastro e dagli occhi rossi, è una presenza comune all’interno di una cucina e nelle strutture della ristorazione, dove spesso convive con altri piccoli insetti, come ad esempio i Foridi, spesso legati agli scarichi delle acque reflue e ai sifoni non regolarmente puliti.

Negli ultimi tempi però una piccola mosca, simile a quella della frutta, ma più scura, con addome fortemente striato e torace macchiettato, sta diventando sempre più abbondante in questi stessi contesti alimentari. Gli anglosassoni la chiamano “dark eyed fruit fly”, fa parte del gruppo “Drosophila repleta/hydei” ed è…molto complesso eliminarla definitivamente!

Sebbene di piccole dimensioni, e in grado di sopravvivere fino a un mese come adulto, questo infestante può avere un impatto notevole nei locali che frequenta. Può rapidamente diventare un fastidio per i clienti, influenzando la reputazione della struttura, e addirittura creare un problema igienico-sanitario perché in grado di trasferire batteri patogeni agli alimenti e sulle superfici di preparazione.

Una volta che una femmina entra all’interno, esplorerà ogni centimetro della struttura per individuare anche la più piccola quantità di materiale da utilizzare come sito di deposizione delle uova. Ricerca materiale organico umido e in decomposizione, spesso sotto forma di biofilm. Questo si accumula nei tubi di scarico, nei sifoni, sul pavimento attorno alle apparecchiature. Fessure, battiscopa non sigillati, detriti alimentari all’interno dei vuoti delle pareti e lungo il bordo rovinato delle piastrelle, materiale che si accumula lungo le linee di scarico delle bevande rappresentano alcuni dei potenziali focolai larvali. Va sottolineato che questi substrati di alimentazione delle forme giovanili differiscono rispetto al classico moscerino della frutta, che generalmente preferisce frutta e verdura in fermentazione.

All’interno di un ambiente, i moscerini della frutta adulti mostrano due picchi di attività giornaliera, all’alba e al tramonto. Quando le strutture sono silenziose e l’illuminazione è ridotta, tendono a riposare sulle varie superfici. Poi, con l’aumento della luminosità diventano sempre più attivi, concentrandosi sull’alimentazione, l’attività riproduttiva, la ricerca e la visita dei siti dove deporre le uova.

Verso sera si evidenzia un altro periodo di maggior attività, in cui molti insetti si sposteranno in punti tranquilli dove passare la notte come pareti, soffitti, corde, tubi, scatole di cartone e altro. Poiché il comportamento degli alati durante il giorno determinerà concentrazioni differenti nei vari punti del locale, le ispezioni visive dovrebbero essere eseguite sempre alla stessa ora per ridurre la possibilità di risultati sfalsati ed inesatti.

Sebbene identificare i siti di riposo e di foraggiamento sia importante per ridurre i moscerini della frutta all’interno di una struttura di ristorazione, la migliore soluzione a lungo termine per mantenere un ambiente libero dai questi parassiti è, e sarà sempre, l’adozione di buone pratiche igienico-sanitarie. Identificare, bonificare ed eliminare i siti di riproduzione, così come il materiale organico, fondamentale per lo sviluppo delle larve, interromperà il ciclo biologico, impedendo la loro proliferazione.

Le drosofile “scure” possono essere catturate sulle piastre delle lampade UVA, ma in maniera meno efficace rispetto al classico moscerino dell’aceto. Inoltre, le trappole a cattura massiva, a base di sostanze zuccherine e aceto, non sono così attrattive. Preferiscono “molecole” contenute nel vino e nella birra. Dobbiamo combattere…un moscerino alcolico!!! In ogni caso questi dispositivi vanno posizionati a 30-50 cm dalle aree più frequentate.

Gli adulti possono essere controllati temporaneamente con qualsiasi insetticida abbattente, utilizzando come attrezzatura un ULV oppure, per strutture di piccole dimensioni, anche bombolette a svuotamento totale a base di piretro ed eventualmente un formulato “fumogeno” pronto all’uso. Ma queste operazioni, se non combinate con procedure di sanificazione, individuazione ed eliminazione dei focolai larvali, non risolveranno definitivamente il problema.

In assenza di un riscontro all’interno del locale, valutare la possibilità che l’infestazione possa nascere all’esterno. Questi insetti, forti volatori, potrebbero essere attirati anche dagli odori dei prodotti e dalle luci artificiali.

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