La farina vuota il sacco: c’è glifosato in 11 prodotti su 14 (Articolo di ilsalvagente.it)

1197* 10 novembre 2024

Ne parla ancora “Il Salvagente”: il Glifosato (vedasi anche articoli n° 576, 976, 1069).
Le nuove analisi scoprono una contaminazione mai registrata prima: la presenza dell’erbicida, probabile cancerogeno è molto diffusa, anche nei prodotti 100% italiani. (Tutti i risultati nel nuovo numero in edicola e in digitale).
Una presenza così diffusa non l’abbiamo mai registrata: in 11 campioni di farine sui 14 portati in laboratorio abbiamo riscontrato glifosato, l’erbicida più usato al mondo, probabile cancerogeno per la Iarc, l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms.
In tutti i casi le concentrazioni osservate sono ampiamente sotto il limite di legge (10 mg/kg): in 4 campioni il glifosato è stato rilevato solo in tracce, al di sotto cioè della quantificazione analitica (0,01 mg/kg); negli altri 7 invece i valori superano la soglia di quantificazione.
Al di là delle quantità, però, resta un nodo di fondo: questa sostanza non deve esserci negli alimenti che portiamo in tavola. Da sempre il Salvagente invoca il principio di precauzione contro il glifosato perché le evidenze scientifiche ci dicono che anche a dosi considerate sicure per l’uomo questo pesticida è in grado di danneggiare la salute e provocare malattie importanti.
Gli studi condotti dall’Istituto Ramazzini – ce li spiega molto bene la dottoressa Fiorella Belpoggi nel lungo servizio di copertina – stanno dimostrando gli effetti tossici e cancerogeni del glifosato, che speriamo la Ue smetta di ignorare rivedendo la decisione di autorizzare per altri dieci anni l’uso del famigerato erbicida.
Nelle nostre farine però non abbiamo rilevato solo glifosato: anche nei campioni dove questo principio attivo non è presente, possiamo tuttavia trovare fino a 7 tracce di pesticidi, come nel caso di Lidl Belbake e della Barilla 00.
Visti questi risultati, i nostri giudizi questa volta non vanno oltre il “Buono”. Complessivamente possiamo dire che i campioni testati sono stati prodotti da grano tenero sottoposto a vari interventi, vista la scia di trattamenti che ritroviamo nei sacchi.

A completare il quadro analitico ci sono le micotossine: pollice verde, viste le basse concentrazioni, per le T2 e Ht2, motivi di preoccupazione invece per la Ocratossina A, una tossina del grano con un profilo di rischio elevato tanto da avere un limite di legge tra i più bassi (inferiore a 3 mcg/kg).

Il nostro test ha riscontrato valori “pronunciati” fino allo 0,59 microgrammi per chilo registrato nella Lidl Belbake.

Insomma il quadro che dipingono le analisi non è esaltante, a maggior ragione se consideriamo che questo è il peggior test dei tre condotti sulle farine negli ultimi dieci anni da Il Salvagente.

14 campioni di farine 0 e doppio zero sono stati analizzati in laboratorio per verificare la presenza di pesticidi, glifosato e micotossine. L’indicazione di origine, pur non essendo obbligatoria e non avendo influito sul giudizio finale, viene specificata solo da due produttori.

Per tutti gli altri non è dato sapere da dove proviene il grano usato nella molitura.

Tutti i residui riscontrati sono ampiamente al di sotto dei limiti di legge. Quando i principi attivi non hanno superato il limite di quantificazione analitica (0,01 mg/kg) abbiamo riportato solo il numero di tracce “osservate” dal nostro laboratorio sotto quella soglia.

La sostanza più ricorrente tra quelle osservate in concentrazione superiore a 0,01 mg/kg è il Piperonil butoxide: parliamo
di un sinergizzante aggiunto in formulazioni contenenti piretrine o composti della famiglia dei piretroidi per migliorarne l’efficacia.

Non essendo considerato un principio attivo, la Ue non fissa un limite di concentrazione nei cibi anche se la Francia ha indicato un tetto a 10 mg/ kg ma solo sui cereali coltivati nel paese.

Il pirimifos metile invece è un insetticida sospettato di essere interferente endocrino. L’Alfa_e_cypermethrins invece è un insetticida piretroide che può provocare danni all’apparato nervoso e  causare irritazione respiratoria. Inoltre è considerato tossico per le api.

lifosato

Considerato probabile cangerogeno per la Iarc dell’Oms e capace, anche a dosi considerate sicure per l’uomo, di provocare leucemie nei ratti da laboratorio secondo lo studio del Ramazzini di Bologna, per il Salvagente dovrebbe essere bandito dalle nostre tavole in qualsiasi concentrazione, in virtù del principio di precauzione. E invece mai come in questo test lo abbiamo riscontrato con tanta frequenza (11 farine su 14) seppure sotto il limite di legge e in alcuni casi inferiore a quello di quantificazione. Più sotto daremo conto delle repliche delle aziende che hanno voluto esprimere una posizione sulla presenza superiore a 0,01 mg/kg, ma va detto che l’erbicida è presente anche nel 100% italiano, a dimostrazione che non viene usato solo all’estero.

icotossine

Abbiamo rilevato la presenza ricorrente di Ocratossina A (Ota) e di T2+Ht2. La sommatoria di quest’ultime dal 1° luglio scorso è stata abbassata nei prodotti a base di cereali: inferiorea 10 mcg/kg per il baby food (da 0 a 3 anni) e 20 mcg/kg per gli adulti. I nostri risultati sono incoraggianti e tutti i prodotti analizzati sono al di sotto anche del limite più tutelante previsto dalla Ue per i bambini. Discorso diverso per l’Ocratossina A, limite di legge 3 mcg/kg, dove le concentrazioni, pur rispettando sempre la normativa, sono state più marcate: si va da un minimo di 0,04 di Coop a un massimo di 0,59 ne caso di Lidl. Parliamo di una micotossina prodotta naturalmente da alcune muffe, come spiega l’Efsa, che può essere presente in una serie di alimenti tra cui cereali, carne conservata, frutta fresca e secca, e formaggi. Dall’ultima valutazione Efsa del 2006 sono emersi nuovi dati che indicano che l’Ocratossina può essere genotossica poiché danneggia direttamente il Dna. Gli esperti hanno confermato che può essere anche cancerogena per il rene.

La presenza di glifosato sopra il limite di quantificazione di 0,01 mg/kg ha pregiudicato il voto a Mediocre; al di sotto di tale soglia invece il voto non può essere superiore a Medio.
Nel giudizio ha pesato il numero e il tipo di pesticidi rilevati e di micotossine.

Limiti di legge nella farina:

Glifosato
10 mg/kg

Pirimiphos methyl 5 mg/kg

Alfa_e_cypermethrins
2 mg/kg

Piperonyl butoxide
Nessun limite

Ocratossina A
3 mcg/kg

T2+Ht2
20 mcg/kg

Prima della pubblicazione abbiamo condiviso con le aziende i risultati del glifosato nei casi in cui superava la soglia di quantificazione analitica dello 0,01 mg/kg.
Lo abbiamo segnalato, sebbene nessun campione oltrepassasse il limite di legge, proprio per l’importanza che per noi rivestono questi residui. Non tutte le aziende contattate hanno voluto esprimere una posizione.
Da Esselunga replicano: “In seguito alla vostra segnalazione abbiamo immediatamente verificato i monitoraggi analitici effettuati nell’anno in corso sulla ‘Farina di frumento tenero tipo 00’ prodotta dal nostro fornitore, riscontrando tutti i valori di glifosato sotto il limite di quantificazione. Il fornitore in questione ha inoltre inviato il contro campione in suo possesso del lotto segnalato per un’analisi di riverifica che ha portato, anche in questo caso, un valore di glifosato inferiore al limite di quantificazione del metodo. Alla luce di questi risultati, il dato da voi riscontrato di 0,019 mg/kg non risulta compatibile con le nostre verifiche. Facciamo inoltre presente che il limite di legge sulla farina è di 10 mg/kg per cui un contenuto di 0,019 mg/kg risulta 500 volte inferiore alla legge”. Prima della chiusura del servizio Esselunga ci ha diffidato a pubblicare il risultato.
Da Pam Panorama precisano: “I valori riscontrati dal vostro test sono tutti ampiamente inferiori ai limiti di legge. Peraltro le analisi effettuate in autocontrollo evidenziano valori ancora inferiori per cui ipotizziamo una certa variabilità del dato, che resta comunque conforme. Vista la piena conformità del prodotto analizzato, i valori riscontrati non destano alcun rischio. Costante è infatti il nostro impegno per assicurare elevati standard qualitativi di tutti i nostri prodotti a marchio”.
Coop in una nota replica: “A seguito della vostra rilevazione, abbiamo effettuato ulteriori controlli. Il valore da voi riscontrato è molto basso (0,019 ppm) e con incertezza di misura di 0,009 come da voi indicato il dato scende a 0,010 ppm, soglia di contaminazione adottata nel biologico. Mentre il limite di legge per il frumento è di 10 ppm. Si tratta, a nostro avviso, di tracce puntiformi e di una possibile contaminazione accidentale. Ciò ci risulta confermato anche dalle recenti analisi di controllo effettuate prima del confezionamento dal produttore sullo stesso lotto di materia prima dove non è stata riscontrata alcuna presenza di glifosato (sotto il Loq)”.
Dalla Antimo Caputo ci scrivono: “Mulino Caputo è specializzata nel settore della trasformazione dei cereali dal 1924 e da sempre si rivolge al consumatore con una politica trasparente nella produzione e vendita di farina di alta qualità. L’azienda è in possesso delle maggiori certificazioni volontarie in termini di gestione, sicurezza alimentare e tracciabilità di prodotto garantite periodicamente da ente di controllo di terza parte tra i più importanti al mondo. Come ben noto, il residuo rilevato è ampiamente inferiore ai limiti di legge dettati dall’Unione europea. La Antimo Caputo Srl è da sempre sensibile all’argomento attraverso l’attuazione di uno specifico monitoraggio analitico per ottenere i massimi standard possibili in termini di sicurezza alimentare per i nostri prodotti”.
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