1198* 11 novembre 2024
La derattizzazione (eliminazione dei ratti) e l’allontanamento dei ghiri (animali protetti per i quali è vietato per legge l’avvelenamento e l’uccisione) con l’uso dei furetti è una tecnica da considerare in quanto è naturale e biologica.
È una tecnica efficace che non prevede l’uso di biocidi e lascia inalterato l’ecosistema.
Infatti i furetti, mammiferi carnivori della famiglia dei Mustelidi, hanno un corpo molto allungato e sinuoso, con zampe corte. La loro colonna vertebrale è particolarmente flessibile e permette loro di muoversi agilmente, anche all’indietro, in spazi angusti e ristretti come cantine piene di materiali o soffitte incalpestabili.
Sono predatori naturali dei roditori e sono molto abili nel localizzare e stanare i topi dalle loro tane.
Il furetto cerca nell’ambiente i topi ed i ghiri, arrivando nelle tane, dove li spaventano e li costringono ad uscire.
Inoltre, il furetto rilascia in modo naturale sui percorsi dei roditori, il proprio odore, i propri feromoni che nei giorni successivi le prede percepiscono e dopo qualche intervento, sentendo la presenza di un predatore e quindi identificando il luogo come non più sicuro alla nidificazione, tendono ad abbandonare il luogo.
I furetti sono animali domestici e non rappresentano un pericolo per l’uomo. È fondamentale che i furetti siano addestrati specificamente per questa attività. Per questo è consigliabile rivolgersi a professionisti esperti nell’utilizzo dei furetti per la derattizzazione.
Già nell’antico Egitto e nell’antica Roma questi mustelidi (ma anche manguste ed ermellini) venivano utilizzati per tenere sotto controllo le infestazioni da topi e ratti nei granai.
Questo sistema rientra nell’interesse nell’attuale periodo di ecosostenibilità, nell’aumento della urbanizzazione del ratto dei tetti e come ottimo sistema di dissuasione da ghiri.
Nel caso in cui il furetto arrivasse a diretto contatto con il ratto, procede alla cattura e alla uccisione dello stesso. Nel caso dell’utilizzo dei mustelidi contro i ghiri, invece, questo approccio deve avvenire in modo che non ci sia la cattura con l’uccisione.
Il numero di interventi varia molto a seconda della situazione che si deve affrontare, ma solo con ciclici passaggi in archi temporali definiti, gli animali infestanti apprendono che l’ambiente non è più idoneo nè per la riproduzione, nè per l’alimentazione.
Questo, come detto sopra, grazie alla presenza della traccia odorosa lasciata del furetto.
Negli ultimi anni, per un processo di urbanizzazione dei ratti neri che vivono nelle parti alte delle strutture come i tetti, capita di sentire rumori di camminamenti e rosicchiamenti nel sottotetto.
Molte volte si tratta di topi oppure ghiri che, al di là del disturbo provocato dai rumori, causano danni alla struttura ed agli impianti elettrici.
Questo metodo biologico mediante l’utilizzo di furetti addestrati, rende l’ambiente frequentato dai roditori, un ambiente non più sicuro, in quanto il furetto essendo un predatore, cercando le tracce dei ghiri e percorrendole, lascia durante il cammino il proprio odore, i propri feromoni che vengo percepiti dai roditori e che dopo qualche intervento abbandonano il luogo.
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