Scorpioni e Pseudoscorpioni

1257* 12 marzo 2025

(Articolo di OSD)

È ancora inverno. In questi giorni è difficile pensare ad aracnidi come gli scorpioni, simbolo di ambienti caldi e deserti, eppure in qualche struttura qualcuno li ha osservati!

Qualche segnalazione in Centro Italia è stata fatta addirittura all’esterno, sui muri e in prossimità del tetto. Non è così strano in quanto con le basse temperature rallentano semplicemente il metabolismo, e diventano attivi di notte, muovendosi alla ricerca di piccole prede.

Hanno otto zampe, una “coda” (telson) con l’aculeo del veleno e un paio di grosse chele (pedipalpi) con le quali catturano piccoli invertebrati come falene, “pesciolini d’argento”, grilli, blatte, piccoli ragni, “porcellini di terra” (Crostacei Oniscidi), trattenuti e poi sminuzzati da 2 piccole appendici (cheliceri) situate in prossimità della cavità orale.

Questi cacciatori possono fare anche un pasto alla settimana o digiunare per mesi; utilizzano l’apparato del veleno soprattutto a scopo di difesa e per immobilizzare grossi insetti.

Nel nostro paese, dopo complesse analisi genetiche e morfologiche, sono state individuate 26 specie di scorpioni, di cui ben 25 appartenenti alla famiglia Euscorpidae.
Il genere Euscorpius è rappresentato da ben 18 specie e comprende anche lo scorpione italiano di dimensioni maggiori (fino ad oltre 5 cm), Euscorpius italicus, di colore scuro, diffuso al Centro-Nord e presente anche in ambienti antropizzati.
Le altre specie sono di dimensioni inferiori, con colorazione più variabile, da marrone chiaro al nero opaco, e in grado di frequentare ambienti naturali oppure anch’esse con abitudini sinantropiche.
Alcune hanno addirittura una distribuzione piuttosto limitata: una specie vive nell’isola di Montecristo ed un’altra in provincia di Napoli, isole comprese! Alpiscorpius è diffuso invece con 6 specie molto simili negli ambienti di montagna dell’Italia settentrionale, mentre un altro scorpione comune in ambienti antropici è Tetratrichobrotius flavicaudatus, distribuito nell’area tirrenica e caratterizzato dal corpo marrone-nero e zampe e telson più chiari.
Infine ricordiamo un endemismo sardo, Sardoscorpius troglophilus, scoperto appena qualche anno fa e legato a cavità e grotte naturali.

Gli accoppiamenti avvengono in primavera/estate: dopo una gestazione di 7-13 mesi, la femmina “partorisce” 5-30 piccoli, biancastri e lunghi pochi mm. Questi non sono in grado di alimentarsi e la madre li trasporta sul dorso per diversi giorni, in quanto i nuovi nati hanno i tarsi delle zampe modificati per potersi aggrappare facilmente. Al completamento della muta, i giovani si disperdono e raggiungono la maturità sessuale dopo 1-2 anni. Durante il giorno gli adulti rimangono immobili e si nascondono sotto le cortecce degli alberi, negli anfratti bui e umidi degli ambienti naturali, ma le specie che frequentano con successo gli ambienti urbani, spesso i centri storici, tendono a colonizzare legnaie, muretti a secco, fessure in abitazioni antiche, scantinati, infissi vetusti di porte e finestre, massi e legname umido a contatto con il terreno.

Generalmente gli scorpioni sono timidi, inoffensivi e tendono a fuggire; solamente in pochi casi, quando si sentono minacciati, e magari non ci rendiamo conto della loro presenza, possono pungere.

Se ciò accade, il dolore è piuttosto intenso, come quello di una puntura di un’ape o di una vespa, ma i sintomi tendono a scomparire nell’arco di una giornata e raramente si possono riscontrare sintomi più seri.

In aree antropizzate, nel caso di una presenza abituale e continuativa, è necessario bonificare prima di tutto l’ambiente esterno, eliminando o riducendo i potenziali rifugi degli scorpioni rappresentato da materiale accatastato lungo le pareti, pietre, rami, cortecce, macerie.

Un trattamento chimico con biocidi a bassa tossicità permetterà di risolvere o minimizzare nel tempo il problema.

All’interno dei locali, oltre a disinfestazioni mirate nelle aree critiche è possibile posizionare delle semplici trappole a colla lungo i potenziali passaggi e in prossimità degli accessi con l’area esterna.

Pochi invece sanno cosa sono gli pseudoscorpioni, presenti nel terreno, nella lettiera, all’interno delle grotte, ma talvolta abbondanti sotto le cortecce, nei fori degli alberi, nei nidi degli uccelli e degli insetti sociali come le api.

Sembrano scorpioni in miniatura (1-8 mm), ma sono privi della “coda” e dell’aculeo. Sono eccellenti predatori di minuscoli artropodi come larve, acari, collemboli, psocotteri e, anche se sfuggono alla vista, non è così raro scoprirli negli ambienti domestici e in qualche azienda alimentare.

Ad esempio Chelifer cancroides e Chthonius sp. si trovano sovente nelle abitazioni, in punti molto umidi come i bagni, sotto vecchi giornali e nei nidi dei volatili sinantropici (piccioni, storni, passeri), mentre Cheiridium museorum, anche se si riscontra in ambienti simili, non disdegna vecchie biblioteche e collezioni museali.

Alcune ricerche, effettuati anche nel nostro paese, hanno riscontrato all’interno di magazzini contenenti cereali (grano ed orzo ad esempio), in condizioni igieniche non ottimali, numerosi individui di Withius piger, in grado di predare le larve di coleotteri delle derrate, in particolar modo di tribolio. Lotta biologica!

Un altro curioso comportamento di questi inoffensivi cacciatori, quando si trovano in ambienti temporanei ed instabili, è quello di spostarsi da un sito all’altro utilizzando, come mezzo di trasporto, alcuni animali come insetti (ditteri, coleotteri, imenotteri), mammiferi ed uccelli. Di fatto sono come autostoppisti che, senza farsi notare e “aggrappandosi” con le loro appendici, si fanno dare un passaggio su lunghe distanze!

Questa associazione fra due o più individui di specie diverse, e di dimensioni differenti, viene definita “foresi” e permette a piccoli invertebrati, poco mobili, di colonizzare così facilmente nuovi ambienti più adatti alle loro necessità.

Consultateci per ulteriori informazioni!

Vuoi saperne di più? Scrivici senza impegno!

    Torna in alto