Punture di insetti, la guida su come prevenire lo shock anafilattico

1005* 23 novembre 2023

(Tratto da un articolo di ilsalvagente.it)

I mesi estivi e quelli autunnali sono i periodi dell’anno più rischiosi per quanto riguarda le punture di insetti con pungiglioni: vespe (compresa quella orientale, sempre più diffusa in Italia), calabroni, bombi e api.

Le loro punture possono portare anche allo shock anafilattico e al decesso nei soggetti allergici, come testimoniano purtroppo i più recenti fatti di cronaca.

“Grazie all’immunoterapia desensibilizzante è possibile prevenire lo shock anafilattico e quindi anche i decessi legati alle punture di insetti” spiega il professor Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Bambino Gesù dove è possibile sottoporsi alla procedura desensibilizzante dedicata ai bambini e ai ragazzi con diagnosi di allergia grave al veleno di questi insetti.

REAZIONE NORMALE E REAZIONE ALLERGICA

È importante riuscire a distinguere una reazione normale da una reazione allergica.

Diversi insetti con pungiglione quando pungono iniettano sostanze nocive che provocano bruciore, rossore, dolore e prurito.

Si tratta di reazioni del tutto normali se localizzate nella sede della puntura e se limitate nell’estensione, nella gravità e nella durata.

Si parla invece di allergia al veleno degli insetti quando la reazione locale è eccessiva: troppo estesa, grave e duratura.

In qualche caso viene interessata gran parte di un braccio o di una gamba, il rigonfiamento raggiunge un picco massimo entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni.

A volte si presentano anche febbre (lieve rialzo della temperatura corporea), spossatezza e nausea.

Le punture di imenotteri scatenano reazioni allergiche in circa 2 persone su 100. Fortunatamente, tra i bambini il fenomeno è molto meno frequente che negli adulti. Tuttavia, proprio a causa del veleno di insetti, ogni anno in Italia muoiono da 5 a 20 persone (tra adulti e bambini).

COSA FARE

In caso di puntura di insetto, è importante rimuovere immediatamente (entro 20 secondi) il pungiglione, se è visibile, con un movimento secco e rapido (usando le unghie o le pinzette).

Trascorsi i primi 20 secondi l’operazione risulterà meno utile perché tutto il veleno sarà stato ormai liberato nel corpo.

Dopo la puntura è consigliabile applicare nella zona colpita qualcosa di freddo (ghiaccio, impacchi freddi) ed eventualmente un analgesico (farmaco per calmare il dolore).

È anche possibile somministrare un antistaminico per bocca e applicare localmente una pomata cortisonica. Il medico, se necessario, prescriverà una terapia antinfiammatoria a base di cortisone per bocca per 3-7 giorni.

In caso di sospetta reazione allergica è fondamentale rivolgersi prima possibile al medico o al pronto soccorso e, successivamente, pianificare una visita specialistica dall’allergologo.

Sarà lui a effettuare un colloquio e una serie di esami con l’obiettivo di verificare se si tratta davvero di una reazione allergica, identificare l’insetto che l’ha causata e verificare attraverso il dosaggio delle IgE specifiche l’esistenza di sensibilizzazione allergica verso il veleno di una o più specie di insetti.

In seguito, lo specialista prescriverà dei farmaci di pronto impiego da utilizzare in caso di ulteriori reazioni allergiche scatenate da puntura d’insetto.

L’IMMUNOTERAPIA DESENSIBILIZZANTE

L’immunoterapia desensibilizzante è una terapia salvavita per tutti i bambini e i ragazzi ad alto rischio di shock anafilattico o di reazioni allergiche di medio-alta intensità.

Consiste nell’inoculazione sottocutanea di dosi crescenti del veleno dell’insetto a cui si è allergici, partendo da dosaggi estremamente bassi.

In questo modo l’organismo si “abitua” progressivamente al veleno fino a raggiungere una soglia di tolleranza che scongiura reazioni gravi in caso di puntura accidentale.

“Grazie all’immunoterapia desensibilizzante è possibile prevenire lo shock anafilattico e, quindi, anche i decessi legati alle punture di insetti – spiega il professor Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù – Il vaccino va proseguito per almeno 3 anni e l’effetto si mantiene di solito per molti anni, ma il trattamento è pienamente efficace già dal dodicesimo mese: se il bambino viene punto accidentalmente non rischia più lo shock anafilattico”.

L’immunoterapia desensibilizzante va condotta esclusivamente in un Centro allergologico altamente specializzato, sotto stretta osservazione medica.

È l’allergologo a valutare caso per caso se sia o meno il caso di sottoporre il bambino o il ragazzo alla vaccinazione.

 

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