Coronavirus: Camorra elude le disposizioni di legge in materia di sanificazione

294* 14 febbraio 2021

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(Articolo tratto da TGCOM24)

“‘Sto Covid è stato proprio un buon affare”. Così parlava al telefono, ignaro di essere intercettato dalla guardia di finanza di Rimini perché tra i soggetti già colpiti da sorveglianza per camorra, Salvatore Emolo (imprenditore vicino al clan Di Lauro), gestore di un’azienda operante nel settore delle sanificazioni (senza autorizzazioni).

La società è stata posta sotto sequestro mentre l’uomo e altre tre persone sono accusati di intestazioni fittizie di beni nell’ambito dell’inchiesta “Dirty cleaning”.

Il business delle sanificazioni – L’uomo era stato inoltre interdetto all’attività di impresa per un anno, ma non era stato riabilitato. Con il primo lockdown è però tutto cambiato a causa della pandemia: la sua ditta di autolavaggio si era riconvertita in sanificazioni anti-Covid in pubblici esercizi, con attività tra Rimini e Pesaro.

Un business, secondo le Fiamme Gialle, ingente. “Posso fare dalle 10 alle 12 sanificazioni al giorno, mi chiamano continuamente solo per quelle”, confidava al telefono Emolo.

 

Le indagini su Emolo

Il nucleo di Polizia economico-finanziaria di Rimini ha svolto diverse perquisizioni a Rimini e a Trento, nell’ambito di un’operazione finalizzata al contrasto di intestazioni fittizie e tentativi di infiltrazione della criminalità nell’economia legale della provincia romagnola. Dalle indagini è emerso che, seppur intestata ad altra persona, l’impresa di pulizie era riconducibile a Emolo. Quest’ultimo risulta già coinvolto nell’operazione anti-droga denominata “Drugstore” condotta nel 2014 dagli stessi finanzieri riminesi. Nel 2016 era stato sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale e suo fratello è ritenuto affiliato al clan camorristico dei Di Lauro.

La ditta di pulizie ha avuto tra i suoi committenti bar, ristoranti e alberghi che, dopo il lockdown, per poter riaprire dovevano sanificare i locali dall’eventuale presenza di coronavirus.

Gli agenti hanno scoperto come – per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali – ad aprile in piena emergenza Covid Emolo fosse divenuto socio occulto di una ditta individuale operante nel settore delle sanificazioni delle autovetture, degli esercizi commerciali e degli hotel a Rimini e a Pesaro-Urbino, partecipando agli utili e utilizzando le autorizzazioni rilasciate alla stessa.

L’indagato rilasciava certificazioni e fatture, grazie alla ditta individuale intestata fittiziamente a terzi. Uno schema, ricostruito nel corso delle indagini e risultato particolarmente redditizio tant’è che Emolo, nel corso di alcune intercettazioni telefoniche, compiacendosi per il suo fiorente giro d’affari aveva sovente definito il coronavirus “un buon affare”.

 

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