Coronavirus: associazioni azzardate tra topi ed il virus

155* 21 luglio 2020

Se è vero che il ratto è potenzialmente responsabile di oltre 40 malattie trasmissibili all’uomo tra cui leptospirosi, peste, salmonellosi, tifo murino, tularemia, coriomeningite linfocitaria, rabbia,… è anche opportuno, in periodi come questi, non sollevare inutili allarmismi.

Alcuni giorni fa un’ordinanza di un comune del Lazio ha sollevato non poche polemiche.

La disposizione diceva: “Misure straordinarie per il contrasto e il contenimento sul territorio comunale della diffusione del Virus COVID-19. Obbligo di interventi di derattizzazione su aree private”.

Tale definizione, per molti, esprimeva preoccupazione che detto documento potesse fare insorgere nei cittadini la inappropriata associazione tra topi e coronavirus, mai supportata dalla Comunità Scientifica.

Fare questa pericolosa associazione tra topi e coronavirus in un atto formale, firmato dal Sindaco che rappresenta anche l’Autorità sanitaria locale, avrebbe potuto ingenerare paura e confusione nell’intera cittadinanza.

Quella cittadinanza che avrebbe dovuto avere solo rassicurazioni e informazioni veritiere, certificate dalle autorità scientifiche nazionali ed internazionali.

Oltre tutto, rendere obbligatoria la derattizzazione (preventiva) a carico della cittadinanza, già sofferente dall’emergenza sanitaria e prevedendo in caso di inottemperanza una sanzione fino ai 500 euro, non è sembrata una mossa sensata.

Quindi, se è giusto programmare al bisogno la lotta contro i roditori con opportuni trattamenti di derattizzazione, non è certamente nella logica, alle informazioni di oggi, la correlazione diretta fra topi e coronavirus.

 

 

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