1061* 12 marzo 2024
Gli insetti criptobionti utilizzano diverse strategie per sopravvivere a condizioni estreme.
La criptobiosi è uno stato di vita ametabolico (cioè con assenza di metabolismo) nel quale entrano alcuni organismi semplici in risposta a condizioni ambientali avverse, quali essicazione, congelamento, mancanza di ossigeno…
Abbiamo trattato l’argomento anche nell’articolo n° 945 e 1054.
Nello stato criptobiotico, tutti i processi criptobiotici si fermano, impedendo la riproduzione, lo sviluppo e la riparazione.
Un organismo in uno stato criptobiotico può vivere essenzialmente per un tempo indeterminato fino a quando le condizioni ambientali tornano ad essere ospitali.
Quando ciò si verifica, l’organismo tornerà al suo stato di vita metabolico precedente alla criptobiosi.
Gli organismi capaci di criptobiosi vengono detti criptobionti.
In altre parole, tra le diverse strategie a cui certi insetti ricorrono per sopravvivere a condizioni straodinarie, ci sono:
Anidrobiosi: gli insetti perdono la maggior parte dell’acqua corporea, entrando in uno stato di disidratazione quasi totale.
Criobiosi: gli insetti sopravvivono a temperature molto basse grazie alla produzione di proteine antigelo.
Osmobiosi: gli insetti accumulano sostanze osmolitiche che proteggono le loro cellule dai danni causati dal congelamento o dalla disidratazione.
È innegabile che la criptobiosi negli insetti è un fenomeno affascinante che permette a questi animali di sopravvivere in ambienti che sarebbero altrimenti inospitali.
La ricerca sulla criptobiosi potrebbe avere importanti applicazioni per la medicina e la biotecnologia, ad esempio per la conservazione di organi e tessuti o per lo sviluppo di nuovi farmaci.
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