Come un’invasione di formiche ha messo in crisi i leoni del Kenya

1041* 04 febbraio 2023

(Articolo tratto da wired.it)

L’arrivo di una specie invasiva nella savana del paese ha trasformato l’ecosistema locale, costringendo i predatori a cambiare le proprie abitudini alimentari.

In una zona della savana africana si sta combattendo una battaglia tra formiche e leoni, e a quanto pare gli insetti stanno avendo la meglio.

Un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Science riporta infatti che nel fragile ecosistema del Kenya un’invasione di Pheidole megacephala ha innescato una serie di eventi che hanno finito per alterare i modelli di caccia del leone, il principale predatore dell’area.

L’invasione delle formiche dalla testa grossa

Per 15 anni, l’ecologo Todd Palmer ha studiato l’impatto della specie – nota anche come “formiche dalla testa grossa” – su nicchie ecologiche consolidate.

La sua ricerca ha concluso che questi insetti invasivi hanno spazzato via le popolazioni locali di formiche (Crematogaster spp.), ponendo fine alla loro relazione simbiotica con la vegetazione nativa. Questa trasformazione, all’apparenza innocua, ha alterato il paesaggio garantendo agli animali tradizionalmente identificati come prede un vantaggio territoriale sui cacciatori.

Le formiche native della zona avevano una sorta di accordo biologico con gli alberi dell’Africa.

In cambio dell’allontanamento degli elefanti e di altri erbivori in cerca di foglie, ricevevano riparo e cibo dalle acacie. È proprio in virtù di questo “patto” che la regione ha potuto mantenere il suo fitto fogliame, che contribuiva a mantenere l’ecosistema in equilibrio.

L’arrivo della formica dalla testa grossa ha però spezzato questa catena, eliminando le colonie di Crematogaster spp. e lasciando così le acacie vulnerabili. Gli elefanti sono così tornati a cibarsi degli alberi e la savana ha perso gran parte del suo verde.

“Questi minuscoli invasori stanno tirando i fili che tengono insieme un ecosistema africano, determinando chi viene mangiato e dove”, ha sottolineato Palmer.

L’impatto sui leoni
La vittima principale dell’arrivo dell’insetto sono i leoni.

I felini usavano il fogliame degli alberi di acacia per nascondersi dalle zebre, la loro preda più ambita.

Con meno posti dove occultare la propria presenza, i predatori hanno visto diminuire notevolmente la loro efficacia nel procacciarsi il cibo. L’articolo di Science riporta infatti che la percentuale di zebre attaccate dai leoni è calata dal 67% al 42% tra il 2003 e il 2020.

Il team di ricercatori ha seguito gli spostamenti dei predatori con l’aiuto di collari gps. Nonostante le difficoltà nel procurarsi il cibo, la popolazione dei leoni però non è diminuita. Questo perché i felini hanno modificato le loro abitudini, imparando a cacciare in gruppo e concentrandosi sui bufali.

A testimonianza del cambiamento, nello stesso periodo la percentuale di mammiferi uccisi è passata dallo 0 al 42%.

“La natura è intelligente e creature come i leoni tendono a trovare soluzioni ai problemi che devono affrontare, ma non sappiamo ancora cosa potrebbe derivare da questo profondo cambiamento nella loro strategia di caccia. Seguiamo questa storia con grande interesse”, ha dichiarato l’autore dello studio.

L’arrivo della formica dalla testa grossa, quindi, ha comportato grandi trasformazioni per la savana del Kenya: un aumento dei bufali uccisi, la sopravvivenza di parte della popolazione di zebre, elefanti meno affamati e la scomparsa della protezione naturale fornita dalla vegetazione locale.

Le Pheidole megacephala sono considerate una specie infestante per la loro capacità di predare altri organismi simili; hanno eccellenti capacità di localizzazione, si muovono in modo coordinato sfruttando i feromoni e sono dotate di un corpo agile, veloce e forte. Le loro mascelle inoltre sono particolarmente forti e il loro morso è temuto anche da animali di grandi dimensioni.

Gli esperti sostengono che siano gli spostamenti umani a portare in altre nicchie ecologiche formiche come quelle che hanno invaso il Kenya, un fenomeno che ricorda l’infestazione di lumache giganti che recentemente ha fatto scattare la quarantena in Florida.

 

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