541* 04 novembre 2021
(Articolo di Anid)
La presenza sul territorio italiano di una parte consistente del patrimonio storico artistico mondiale deve rendere il nostro Paese particolarmente sensibile allo sviluppo di strategie nel settore della conservazione preventiva e al sostegno di ricerche finalizzate ad assicurare ottimali condizioni di conservazione.
Innumerevoli studi ed indagini scientifiche hanno evidenziato che negli ultimi decenni il degrado dei beni culturali ha subito un’accelerazione e in generale è stato registrato un incremento della velocità con cui alcuni processi, coinvolti nel degrado, evolvono nel tempo. Tra questi, la protezione del Patrimonio culturale dall’attacco di biodeteriogeni, comprendenti insetti, roditori e microrganismi come i funghi, è divenuta una seria preoccupazione per molte istituzioni pubbliche e private.
La sfida per il controllo di tali parassiti è complessa: da un lato l’impiego dei biocidi sempre più limitato dalla legislazione europea a causa dei rischi che comportano per la salute e l’ambiente, dall’altro il commercio internazionale, il turismo e i cambiamenti climatici globali, in particolare l’aumento delle temperature, favoriscono una maggiore attività degli organismi dannosi e un afflusso di specie aliene provenienti da altri luoghi.
È necessario comprendere che la valorizzazione del patrimonio storico e artistico nazionale non è soltanto un dovere importante ai fini della capacità di attrarre turismo: il nostro patrimonio è anche una grande risorsa per investire in ricerca e innovazione, una sfida orientata al futuro che si può costruire.
Un’opera d’arte, come pure un cimelio, devono essere tramandati alle generazioni, e il loro degrado deve essere visto come un processo negativo che va evitato e che è possibile evitare.
La presenza di organismi nocivi e dannosi, infatti, non va considerata come una presenza ineluttabile che man mano richiede disinfestazione ed eventualmente restauro, ma come una evenienza che può essere gestita e controllata con appositi interventi prima del manifestarsi dei danni.
Per tali motivi diventa sempre più necessaria una Gestione Integrata dei Parassiti (dall’inglese Integrated Pest Management o IPM), una strategia a lungo termine, permanente e generale, che riduca al minimo i rischi di danni talvolta irrecuperabili.
Un convegno per professionisti con la discussione di queste tematiche sarà il 5 NOVEMBRE 2021 presso la Basilica San Paolo Fuori le Mura, Roma.
Il programma, tra le altre cose, tratterà precisamente di Valutazione del rischio biologico su volumi antichi conservati presso l’Università degli Studi di Milano, le Infestazioni da termiti (casi studio nelle strutture lignee nella città di Palermo), lo Stato dell’arte nella conservazione dei beni archivistici e librari, l’insidia biologica nel patrimonio documentario dell’Archivio Apostolico Vaticano, la Panoramica sugli interventi per la tutela dei beni museali e artistici: possibilità e implicazioni, sperimentazione di strategie innovative per l’allontanamento dei gabbiani e altre problematiche legate agli infestanti in Vaticano, l’Integrated Pest Management nella gestione degli animali infestanti in ambito.
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