89* 27 aprile 2020
Il ghiro è un roditore presente in tutta Italia lungo circa 30 centimetri di cui circa la metà è la coda. Il suo colore è grigio castano sul dorso, mentre il ventre è bianco. Ha due grandi occhi e folte lunghi peli a lato del muso con funzione tattile. Le orecchie sono di forma rotondeggiante e sono piuttosto piccole.
È un animale protetto.
Ama gli ambienti boschivi e frequenta parchi, giardini e in particolare quelle zone ricche di sottobosco e caratterizzate dalla presenza di vecchi alberi dove può reperire facilmente numerose cavità, all’occorrenza adibite a rifugio o nido. Durante i mesi invernali, può servirsi delle case rurali come temporaneo rifugio.
È prevalentemente attivo di notte: si muove poco dopo il tramonto fino all’alba.
Con i primi freddi il ghiro aumenta di peso, accumulando così una notevole quantità di grasso e vari minerali che gli serviranno come riserve per sopravvivere durante il letargo di circa sei mesi.
Per il letargo possono essere contemporaneamente usati da più individui gli stessi ripari.
Le femmine partoriscono una sola volta all’anno (in primavera), da 2 a 8 piccoli, dopo una gestazione di circa un mese. Quando avverte pericoli o viene disturbata, la femmina abbandona la tana e porta i propri piccoli in un luogo più sicuro.
Questo roditore si ciba essenzialmente di castagne, ghiande, nocciole, bacche, frutti di bosco, funghi, uova di volatili, qualche volta insetti e invertebrati.
Essendo un animale protetto dal 2006 non è permesso di ucciderlo.
Con alcuni accorgimenti strutturali come chiusura di fori di entrata, creazione di barriere fisiche che interrompono il loro percorso (come nei fili del telefono, ecc.), potare i rami delle piante che si avvicinano nelle abitazioni per più di un metro e mezzo, uso di trappole a cattura non cruenta, ecc. è possibile porre fine al problema di rumori e danni da rosicchiamento.
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