508* 27 settembre 2021
Negli articoli precedenti ci si è imbattuti qualche volta nell’acronimo GMP.
GMP sta per “Norme di Buona Fabbricazione” (Good Manufacturing Practices) e stabilisce le condizioni operative e i requisiti necessari per garantire l’igiene in tutta la catena alimentare e per la produzione degli stessi.
La certificazione GMP segue le linee guida che definiscono le azioni di gestione, al fine di garantire condizioni favorevoli per la produzione di alimenti sicuri.
Sono anche utili per la progettazione e la gestione di industrie e per lo sviluppo di processi e prodotti legati al cibo.
Le Norme di Buona Fabbricazione GMP sono state sviluppate dal Codex Alimentarius, con l’obiettivo principale di tutela del cliente.
Comprende molte condizioni operative di base e procedure che è richiesto che siano soddisfatte dall’azienda alimentare.
Ad esempio, la costruzione e la disposizione delle strutture destinate agli alimenti; la formazione fornita ai dipendenti; l’adeguata manutenzione delle attrezzature e degli utensili utilizzati all’interno dell’azienda; l’uso di prodotti chimici idonei all’interno e intorno alle strutture destinate agli alimenti, inclusi i prodotti chimici per la pulizia, prodotti chimici per la disinfestazione e i lubrificanti; l’identificazione e lo stoccaggio di rifiuti prodotti; l’implementazione e l’efficacia di sistemi di tracciabilità; la pulizia delle strutture destinate agli alimenti, delle attrezzature, degli utensili, dei pavimenti, delle pareti e dei soffitti.
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