815* 15 gennaio 2023
Gli insetti sono presenti nella alimentazione quotidiana.
Si stima che ogni persona ha mediamente un consumo inconsapevole di insetti di circa mezzo kilo all’anno.
La contaminazione alimentare da insetti viene “accettata”, dalla legge italiana, per una piccola percentuale.
Insetti o loro frammenti sono molto presenti nell’insalata, nelle farine, nelle marmellate, nei succhi di frutta, nelle passate di pomodoro…
Queste minuscole particelle sono “tollerate” per il semplice fatto che è impossibile eliminarle del tutto considerato che sono ovunque, anche nei luoghi in cui il cibo viene prodotto e conservato.
In altre parole, non è pensabile lavorare prodotti grezzi del tutto privi di difetti non pericolosi, presenti in natura e inevitabili.
Ma oltre all’ingestione inconsapevole, c’è da considerare anche che, in alcuni alimenti, parti di insetti vengono utilizzati di proposito.
Vengono usati, ad esempio, come coloranti per alcune bevande di colore rosso rubino.
Quando non è un vegetale tipo la rapa a dare il tocco di rosso, come colorante veniva (ed ancora viene) usato un estratto di cocciniglia per dare “tono” a succhi di frutta, bitter, liquori, caramelle, yogurt al gusto fragola…
La cocciniglia è un insetto della famiglia della coccoidea.
Viene raccolta, essiccata e macinata in polvere da cui si estrae l’acido carminico, la molecola colorata.
Relativamente invece alla questione che l’Unione Europea ha autorizzato l’utilizzo di alcuni insetti per l’alimentazione, riportiamo un articolo (del tutto condiviso) tratto da politicamentecorretto.com
“Italian Taste, il protocollo di certificazione che traccia l’originalità dei prodotti italiani nei ristoranti nel mondo, esprime profonda contrarietà all’introduzione di farine di insetti in Europa ed in Italia, in un momento in cui si sta lavorando con determinazione e fatica alla difesa della cucina made in Italy e della dieta mediterranea.
“Per la dieta mediterranea non solo è aberrante l’idea della farina di insetto ma, fatto ancor più grave è che al momento non sono noti gli effetti sul corpo umano di questo tipo di alimenti”.
Lo afferma Fabrizio Capaccioli, AD di ASACERT e ideatore di ITA0039, che aggiunge: “L’Unione Europea dovrebbe concentrarsi maggiormente nella difesa dei prodotti delle nostre filiere agroalimentari che sono a rischio contraffazione ed estinzione nei nostri stessi Paesi e nel mondo, piuttosto che aprire all’invasione orientale di cibi lontanissimi dalle nostre sane tradizioni”.
A preoccupare è anche la sicurezza alimentare delle farine di insetto. “Mi sono scagliato più volte contro le farine di insetti. Si può anche sperimentarle le farine ma occorre partire da un concetto: gli italiani vivono più a lungo dei cinesi perché non mangiano soia e non mangiano insetti, i quali procurano una reattività allergica molto particolare.
Contengono proteine iperattive che inducono a molte allergie”, incalza il dottor Giorgio Calabrese, esperto di alimentazione e difensore della dieta mediterranea.
“Nel food noi non abbiamo bisogno della farina di insetti o di locuste o di grilli. Noi abbiamo bisogno di continuare il nostro percorso con cibi che sono sicuri soprattutto nella parte iniziale perché vengono coltivati o allevati in modo sicuro, e quindi il concetto di introdurre le farine serve solo ai paesi dell’oriente per invadere l’occidente e qualcuno ci guadagnerà”, conclude Calabrese.
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