91* 29 aprile 2020
La legionella è un genere di batteri gram-negativi aerobi che deve il nome all’epidemia del 1976. Il batterio fu isolato ad inizio del 1977 nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove partì il contagio.
Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive,comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc. Da qui raggiungono condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, come serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.
Si riproducono tra 25°C e 42°C, ma sono in grado di sopravvivere in un range di temperatura molto più ampio, tra 5,7°C e 63°C, ed hanno sopravvivenza in ambienti acidi e alcalini, sopportando valori di pH compresi tra 5,5 e 8,1.
Il batterio penetra nell’ospite attraverso le mucose delle prime vie respiratorie, in seguito ad inalazione di aerosol contaminati o meno spesso di particelle di polvere da essi derivate per essiccamento o aspirazione di acqua contaminata. Le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide. La pericolosità di queste particelle di acqua è inversamente proporzionale alla loro dimensione.
Può causare la malattia di legionellosi, febbre ed altri sintomi più o meno gravi.
A volte la malattia non viene diagnosticata ed è letale nel 5-15% dei casi.
La diffusione del batterio si sviluppa nelle installazioni che producono acqua nebulizzata, come gli impianti di condizionamento specialmente all’interno delle tubazioni, nei serbatoi di accumulo, nei bollitori, nei soffioni della doccia e nei terminali di distribuzione, deumidificatori, impianti di areazione in genere.
La legionella è stata trovata anche in vasche e piscine per idromassaggio. Le fontane che funzionano a intermittenza presentano un rischio più elevato di contaminazione.
Le strategie per combattere la proliferazione della legionella nascono innanzitutto dalla prevenzione da effettuarsi in sede di progetto e da una gestione/manutenzione adeguata al rischio e professionale. Il Rischio Legionella è contemplato nel Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, (Elenco degli agenti biologici I), inoltre sono state pubblicate Linee-guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi, negli impianti idrico sanitari e negli impianti di climatizzazione, approvate dalla Conferenza Permanente Stato/Regioni, essendo la salute e sicurezza materia concorrente.
Una corretta progettazione, installazione e manutenzione è descritta nella norma tecnica UNI 9182. Per quanto riguarda gli impianti idraulici, si raccomanda di:
1.evitare tubazioni con terminali ciechi o senza circolazione;
2.evitare formazione di ristagni;
3.evitare lunghezze eccessive di tubazioni;
4.evitare contatti tra acqua e aria o accumuli in serbatoi non sigillati;
5.prevedere una periodica e facile pulizia;
scegliere con cura i materiali (è stato rilevato che le tubazioni di rame riducono la proliferazione della legionella);
6.evitare la scelta impiantistica di torri evaporative in favore di soluzioni alternative, come i sistemi water spray system, pozzi geotermici;
7.prevenire la formazione di biofilm e incrostazioni.
I trattamenti da effettuare, tenuto conto che bisogna rimuovere le cause, cioè i biofilm e le incrostazioni, una volta constatata la proliferazione vanno valutati caso per caso; in genere i più comuni sono:
Trattamento termico, in cui si mantiene l’acqua a una temperatura superiore ai 60 °C, condizione in cui si inattiva la legionella;
Shock termico: si eleva la temperatura dell’acqua, generalmente per mezzo di scambiatori di calore, fino a 70-80 °C per almeno 30 minuti al giorno per tre giorni, fino ai rubinetti;
Iperclorazione continua: si introduce cloro nell’impianto sotto forma di ipoclorito di calcio o di sodio, fino a che la concentrazione residua del disinfettante sia compresa tra 1 e 3 mg/l;
Iperclorazione shock: si mantiene una concentrazione di 50 mg/l per un’ora oppure 20 mg/l per due ore;
Biossido di cloro: consente una disinfezione continua, con valori modesti di cloro residuo, mantenendo la potabilità dell’acqua, rimuove il biofilm (habitat naturale della legionella) e costituisce un’azione molto prolungata sia nel tempo sia nella distanza dal punto di iniezione; i valori consigliati sono di 0,2-0,4 mg/l; non produce sottoprodotti (tipo i THM), viene prodotto in loco con appositi generatori con capacità di produzione adeguate all’impianto da disinfettare; con le concentrazioni sopra dette non produce aggressioni alle tubazioni;[4]
monoclorammina: le monoclorammine sono più stabili del cloro libero, hanno un maggior potere residuo, non danno origine a trialometani e penetrano meglio nel biofilm. Dosaggi ottimali per l’eradicazione della legionella sono 2–3 mg/l;
Raggi ultravioletti: la luce UV (254 nm), generata da speciali lampade, uccide i batteri;
Ionizzazione rame-argento: si producono ioni generati elettroliticamente fino a una concentrazione di 0,02-0,08 mg/l di Ag e 0,2-0,08 mg/l di Cu;
Colloidi rame-argento: a differenza della ionizzazione, molto instabile, si utilizzano nano particelle ognuna delle quali ha oltre 6 milioni di ioni in superficie, che sono i veri biocidi;
Perossido di idrogeno e argento: si sfrutta l’azione battericida e sinergica tra l’argento e una soluzione concentrata di perossido di idrogeno (acqua ossigenata).
Ozono: L’attività germicida dell’ozono si fonda sulla elevata capacità di ossidante diretto; grazie a questa qualità, tutte le strutture macromolecolari delle cellule (muffe, batteri acetici, eterolattici, lieviti apiculari, ecc.) vengono profondamente alterate e inattivate;
Filtri terminali: applicati direttamente al punto di prelievo, formano una barriera meccanica (0,2 µm) al batterio della Legionella e proprio per questo garantiscono una protezione assoluta al 100%. Questi devono essere sostituiti con una certa periodicità, in base alla dichiarazione del produttore. L’installazione di detti filtri risulta agevole grazie alla loro praticità e sicurezza. Essi sono ampiamente utilizzati in ambienti Ospedalieri, Case di cura, Rsa, Poliambulatori (reparti grandi Ustionati, reparti di Neonatologia, reparti di Oncologia, Trapianto Midollo ecc.), ossia dove sono ricoverati pazienti Immunocompromessi e/o Immunodepressi i quali risultano più esposti ad un eventuale contaminazione/infezione e che in caso di contagio il batterio della Legionella potrebbe avere un effetto addirittura letale.
Soprattutto in ambito professionale e industriale è suggerito eseguire anche lavaggi chimico-fisici e attività di sanificazione specifiche.
Le canalizzazioni di solito vengono ripulite con asportazione meccanica (spazzolatura o aria compressa, che garantiscono l’eliminazione delle polveri).
Questo consente un abbattimento dei micro-organismi, spesso grazie all’utilizzo di opportuni prodotti chimici biocidi registrati al Ministero della Salute.
È fondamentale affidarsi ad aziende e professionisti del settore.
Solo tecnici qualificati sono in grado di utilizzare le tecniche più aggiornate di disinfezione con attrezzature professionali e dispositivi tecnologi moderni.
A livello professionale e aziendale, la regolare prevenzione e manutenzione degli impianti a rischio può evitare sanzioni anche di carattere economico.
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