245 16 dicembre 2020
La mosca delle soffitte (Pollenia rudis) deriva dalle abitudini degli individui alati di passare l’inverno in grande numero negli ambienti protetti.
La specie si riconosce per la presenza di setole giallastre sul protorace e per le ali tenute a riposo sul dorso parzialmente sovrapposte una sull’altra.
Talvolta centinaia o migliaia di individui si ammassano nelle parti superiori degli edifici all’interno di cavità nei muri, solai, soffitte, sottotetti, quasi sempre esposti a sud e a sud-ovest.
Questi sono gli adulti dell’ultima generazione estiva (le larve sono parassiti nel terreno di lombrichi) i quali, all’avvicinarsi delle temperature più fredde, tendono a penetrare nelle abitazioni attraverso piccole fessure presenti nei cornicioni e nella copertura del tetto oppure insinuandosi nelle discontinuità dei serramenti di porte e finestre.
Tale comportamento è legato alla progressiva diminuzione della temperatura esterna fra il giorno e la notte: le mosche si riposano sui muri riscaldati dal sole e, al tramonto, infestano i locali più idonei.
Attratte dalla luce, solitamente si riuniscono in gran numero in prossimità dei vetri delle finestre e dei lucernari, dove risultano particolarmente fastidiose e moleste nelle giornate invernali insolitamente tiepide.
Con l’aumento delle temperature primaverili il fenomeno dello “svernamento” tende generalmente a scomparire, in quanto gli insetti che sono sopravvissuti si disperdono all’esterno, al fine di raggiungere luoghi più adeguati per l’alimentazione e l’attività riproduttiva.
Non è chiaro perché un edificio venga pesantemente infestato ed un altro, adiacente, simile per dimensioni, colore, età non lo sia. In ogni caso il fenomeno, nel tempo, potrà verificarsi di nuovo. Di conseguenza i fenomeni di svernamento nelle case non sempre dipendono da situazioni ambientali contigue al luogo infestato: i focolai larvali possono essere lontani e, per quanto riguarda Pollenia rudis, specie con forme giovanili nascoste nel terreno, rimangono praticamente sconosciuti e ingestibili.
Sfortunatamente, una volta che gli insetti hanno colonizzato un edificio, risulta particolarmente arduo eliminarli. Quanto più grande e complessa è una struttura, tanto più è difficile ottenere risultati soddisfacenti. Anche dopo ogni trattamento spaziale possiamo osservare delle mosche in attività. Risulta più importante invece trattare le cavità e fessure colonizzate dai Ditteri con prodotti residuali oppure catturare direttamente gli insetti con un aspiratore.
In molti casi l’utilizzo di una lampada luminosa è particolarmente indicato, specialmente se i siti di svernamento non vengono individuati.
Il metodo migliore per controllare queste invasioni è semplicemente quello di impedire agli infestanti di colonizzare gli ambienti antropici. Oltre a particolari attività d manutenzione e ristrutturazione dell’edificio, è necessario conoscere per quella determinata area geografica il periodo in cui è più probabile l’inizio del fenomeno.
Una buona regola è quella dei trattamenti preventivi sui muri e sulle superfici a rischio, quelle più calde, a fine agosto-settembre: le formulazioni insetticide come “microincapsulati” e sospensioni concentrate sembrano particolarmente indicate.
In alcuni paesi del Nord Europa viene utilizzata la lavanda come repellente nei confronti di questi insetti molesti.
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