519* 09 ottobre 2021
Dell’ordine degli ortotteri (di cui abbiamo parlato nell’articolo n° 178 ) fa parte anche il grillo talpa.
La foto spedita da un Cliente, lo ritrae all’entrata della sua tipica tana.
Questo insetto è di colore fulvo-brunastro ed è ricoperto da una peluria vellutata.
Può raggiungere i 5 centimetri di lunghezza ed è caratterizzato da arti anteriori mutati in zampe fossorie, allargati e appiattati, robusti e denticolati, atti a scavare. È in grado di volare, se ne ha necessità.
Il maschio è provvisto di un organo stridulante.
Il grillotalpa scava la sua tana appena sotto la superficie del terreno, creando un cunicolo del diametro di un dito che è visibile anche dall’esterno, dato che causa un leggero rialzamento del suolo; predilige i terreni morbidi e umidi, specie quelli torbosi o ricchi di humus.
L’accoppiamento avviene tra maggio e giugno e le uova vengono deposte in camere sotterranee più ampie, che la femmina rimane a sorvegliare.
Ogni nido può contenere fino a 300-400 uova, che sono raggruppate in ooteche sferiche non più grandi di una pallina da tennis.
Il ciclo di vita è biennale.
Pur nutrendosi anche di larve di altri insetti, inclusi alcuni dannosi, il grillotalpa è considerato nocivo per l’agricoltura perché si ciba delle rasici delle piante e tuberi.
Ha diversi nemici naturali, tra cui piccoli mammiferi toporagno, riccio, talpa ed alcuni uccelli.
Il grillotalpa è diffuso in tutta Europa.
Il grillotalpa può risultare molto dannoso per le coltivazioni; è polifago, ossia si nutre di una vastissima gamma di piante, di cui attacca in particolare le radici.
Oltre a cibarsene, le trancia per scavare le sue gallerie e anche quelle che non vengono danneggiate in questo modo subiscono gli effetti del disseccamento del terreno dovuto alla sua azione.
Uno studio italiano l’ha classificato come l’insetto che causa maggiori danni al manto erboso di parchi, campi sportivi e prati da golf, una situazione spesso peggiorata dalle cornacchie che scavano l’erba in cerca delle sue neanidi.
Per combatterlo è possibile distruggere le sue gallerie e i suoi nidi vangando il terreno, specialmente dalla fine di maggio a tutto giugno, oppure può essere intrappolato interrando dei barattoli di vetro a filo del terreno.
Gli esemplari che svernano sono attratti dal letame di cavallo, che può essere usato per stanarli e quindi ucciderli.
Tra i rimedi chimici sono indicati il piretro (che è anche compatibile con l’agricoltura biologica).
È inoltre possibile combatterlo favorendo la presenza dei suoi predatori naturali, nonché diffondendo artificialmente altri organismi dannosi nei suoi confronti, come alcuni nematodi e carabidi, la mosca rossa brasilianae specie di funghi.
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