1195* 06 novembre 2024
La caduta dall’alto è, ovviamente, il rischio più frequente per chi lavora in quota.
Eventi accidentali, come la perdita di equilibrio, possono portare a conseguenze davvero gravi se non sono state messe in atto le necessarie misure di sicurezza.
Collegate al rischio di caduta vi sono, però, anche altre tipologie di situazioni potenzialmente pericolose. Ad esempio, può accadere che il lavoratore possa essere sottoposto al cosiddetto “effetto pendolo” e urtare, di conseguenza, contro il suolo, una parete o un ostacolo.
Altra circostanza da non sottovalutare riguarda la sospensione inerte del corpo (o sindrome da imbraco).
Si tratta di una casistica che può capitare quando un lavoratore, in seguito a una caduta, rimane appeso e senza la possibilità di muoversi: una situazione che, a causa dell’imbracatura, può portare presto alla perdita di coscienza e, in mancanza di intervento in tempi brevi, anche alla morte.
Ecco perché comunque è importante non svolgere lavori in quota da soli ma con la presenza e il supporto di altri colleghi.
L’art. 107 del D. Lgs. 81/08 definisce il lavoro in quota come le attività lavorative che espongono il lavoratore al rischio di caduta da un’altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile; sono comprese anche le attività di scavo che prevedono profondità superiori a 2 metri.
L’intervento di un esperto, in caso di richiesta ad esempio di presenza di nidi di vespe o calabroni sui tetti, è necessario per identificare il problema nel dettaglio per definire la soluzione più efficace.
Gli operatori, poi, ove è impossibile o sconsigliato l’uso di ponteggi o piattaforme aeree agiscono tramite l’uso di corde certificate e sicure, raggiungendo tutti i punti (coperture varie, tetti, facciate, ecc.) a qualsiasi altezza e in qualsiasi zona.
Tramite la tecnica impiegata viene garantita la maggiore libertà per l’accesso a tutte le parti esterne dell’edificio, per tutto il periodo dei lavori.
I tecnici specializzati e formati per essere a norma (anche riguardo ai vari decreti legislativi di riferimento che eseguono lavorazioni in quota), utilizzano il sistema a doppia fune di sicurezza, senza l’uso di ponteggi, che garantisce vantaggi pratici e tangibili per tutte le persone coinvolte nell’area del cantiere, in altre parole, laddove non si possa prendere in considerazione noleggi di piattaforme e nei casi urgenti.
I passaggi prevedono l’allestimento della linea vita (sistema di ancoraggio) temporanea per le lavorazioni, se non già presente; l’eventuale utilizzo della mantovana per evitare la caduta a terra di qualsiasi materiale e strumento; ecc.
Grazie alla tecnica del lavoro su corda è possibile intervenire tempestivamente per la messa in sicurezza degli edifici e garantire un’esecuzione rapida, riducendo i tempi di consegna.
Gli addetti impiegati posseggono importanti certificazioni che attestano l’impegno nei valori di qualità e sicurezza: ISO 9001:2015 e ISO 45001:2018.
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