471* 16 agosto 2021
Nel Veneto viene chiamato carbonasso, scarbonasso più propriamente a Vicenza.
Il biacco, questo il suo vero nome, è un serpente non velenoso frequente nelle campagne e nei giardini, sia in terreni rocciosi, secchi e soleggiati, sia in luoghi più umidi come le rive dei fiumi.
Un esemplare della sottospecie carbonarius è il biacco melanico, completamente nero come quello in foto spedita da un nostro cliente.
È presente in Spagna, Francia, Svizzera, Italia, Slovenia, Croazia, a Malta, Grecia.
Gli adulti raggiungono i 120–130 cm di lunghezza e solo raramente possono arrivare a 2 m.
È un serpente molto agile e veloce (fino a 11 km all’ora), un ottimo arrampicatore ed un buon nuotatore.
È una specie diurna. Si difende prevalentemente con una velocissima fuga, spesso verso un rifugio sicuro; quando viene bloccato dispensa rapidi morsi non particolarmente potenti.
Se disturbato dall’uomo, preferisce la fuga. Se afferrato, non esita ad affrontare l’aggressore e a difendersi vigorosamente con ripetuti morsi.
Si nutre di altri rettili (in particolare piccoli sauri ed altri serpenti, dalle bisce d’acqua alle vipere), di uova di uccelli e nidiacei (o anche adulti di specie piccole), di piccoli mammiferi (in particolare topi e ratti) e anfibi anuri, urodeli e apodi.
Occasionalmente nuota agilmente in immersione, alla ricerca di piccoli pesci.
Viene chiamato scurzuni e in Calabria, scurzune nel Salento, agnone in Campania.
Scarbònas nelle zone pedecollinari dell’appennino emiliano; blačhe in Friuli e nella pedemontana pordenonese, carbonaz o carbonazo nelle Prealpi venete e in Trentino; frustone in Romagna e in parte dell’Italia centrale (Toscana e Lazio), mirauda nella zona del Piemonte.
Interessante il nome susèr usato nel bresciano, col significato di “cacciatori di topi”.
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