449* 23 luglio 2021
(Articolo tratto da ilmesaggero.it e frosinone.web)
È stato attaccato e punto da uno sciame di vespe che lo hanno aggredito mentre stava sistemando un pannello dell’impianto fotovoltaico che si trovava sul tetto della sua abitazione.
È morto così ieri mattina nella città dei papi A. F., 52 anni.
Una morte assurda. Tutto è accaduto in pochi secondi poco dopo le dieci del mattino. L’uomo, che viveva con la moglie e i due figli, era salito sul tetto della sua abitazione per sistemare un pannello dell’impianto fotovoltaico.
Non è ancora chiara la dinamica esatta dell’accaduto, su cui stanno indagando i carabinieri della compagnia di Anagni (non è esclusa, infatti, l’ipotesi di un malore).
Molto probabilmente però, dalle testimonianze raccolte, l’uomo ha disturbato un nido di vespe che si trovava nei pressi dell’impianto.
Gli insetti avrebbero quindi, come capita in questi casi, reagito per proteggere il nido, aggredendolo e pungendolo in diversi punti del corpo.
La puntura di vespa provoca in genere reazioni cutanee fastidiose; se però c’è una reazione allergica, gli effetti (vertigini, difficoltà respiratorie) possono essere gravi.
Per questo è importante avere sempre in casa farmaci a base di cortisone. Ed infatti, la vittima, sempre secondo le prime testimonianze, dopo essere stato punto, ha cercato di chiamare i familiari per farsi portare del cortisone.
Ma non c’è stato nulla da fare; quando i familiari sono arrivati l’uomo era già gravissimo.
Sul luogo della tragedia, dopo che i familiari hanno chiamato i soccorsi, sono arrivati oltre ai carabinieri anche i vigili del fuoco e gli uomini del 118.
Questi hanno cercato di salvare il 52enne, purtroppo però senza risultati.
L’accaduto ha riportato subito alla memoria in città quello che era successo ad Anagni esattamente tre anni fa.
Nel luglio del 2018 infatti una signora era stata stroncata da uno shock anafilattico verificatosi a causa della puntura di un calabrone, che l’aveva attaccata mentre stava lavorando nel giardino di casa.
Dopo la puntura, la donna era stata subito soccorsa ed era stata trasportata d’urgenza presso il punto di primo intervento presente nell’ex ospedale anagnino, ma non era stato possibile salvarla.
La tragedia aveva in quella occasione sollevato polemiche per la mancanza di un Pronto soccorso in città; pochi giorni dopo infatti, in città si era svolta una grande manifestazione di protesta, con 5000 persone che avevano reclamato a gran voce il miglioramento dell’offerta sanitaria nella zona, proprio per evitare il ripetersi di casi del genere.
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