583* 28 dicembre 2021
Due volte premio Pulitzer, Wilson scrisse articoli e libri di successo mondiale.
Fece conoscere a tutti la parola “biodiversità”, ossia la diversità della vita a tutti i livelli, e a elencarne i valori.
Nel suo libro forse più bello, La conquista sociale della Terra, racconta la storia della nostra specie come un’epopea evolutiva: una conquista magnifica e improbabile.
Pensava che i due maggiori conquistatori sociali della Terra fossero i «super-organismi» formati da api, vespe, termiti e formiche, da una parte, e i gruppi umani, dall’altra.
La nostra natura è chimerica, scriveva: l’evoluzione ci rende capaci di altruismo e cooperazione, tanto quanto di aggressività e tribalismi.
Sposava un’antropologia pessimista, non senza squarci di speranza: dopo tutto, è vero che le formiche hanno città, giardini e meravigliose simbiosi, ma non uno Shakespeare che ne racconti i tormenti interiori.
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