735* 23 settembre 2022
Le zanzare e i loro parassiti stanno diventando resistenti ai trattamenti insetticidi, quindi sorge la necessità di intraprendere alternative con nuovi strumenti di lotta.
Una ricerca pubblicata su “Science Advances” ha come attore la zanzara Anopheles gambiae principale portatrice della malattia nell’Africa subsahariana.
I nuovi studi tendono a far ritardare lo sviluppo del parassita con l’obiettivo di far morire la zanzara prima di veicolare il virus.
Scienziati dell’Imperial College London lavorano con lo scopo di modificare in modo genetico tale che le zanzare rallentino, nella fase digestiva, la crescita dei virus che provocano la malattia.
Dagli ottimi risultati ottenuti in laboratorio si spera che l’efficacia si possa conseguire anche nella realtà per debellare o, quantomeno diminuire, una delle maggiori cause di morte di alcune parti del mondo dove la trasmissione della malattia è elevata.
Sostanzialmente, cambiando il DNA, gli studiosi sono riusciti a far produrre, durante il pasto di sangue, due molecole pregiudicando la crescita del parassita della malaria che, così, non raggiunge le ghiandole salivari dell’insetto.
Questo ritardo è abbastanza ampio che nel contempo giunge il momento in cui le zanzare muoiono in modo naturale.
È ovviamente necessario diffondere le zanzare dal DNA geneticamente modificato allevate in laboratorio a quelle presenti esternamente in natura.
Il conseguente incrocio espanderebbe in modo naturale la strategia della modifica, che, assieme altri metodi, spingono l’ereditarietà rendendola preferibile a tal modifica diffondendola tra le popolazioni naturali.
I test dureranno circa tre anni.
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