Sulle Isole Italiane i topi stanno dimostrando resistenza ai rodenticidi

1241* 09 febbraio 2025
In moltissimi ecosistemi le specie alloctone (ossia che non appartengono a un determinato ambiente, definito autoctono) invasive possono minacciare la biodiversità.
I roditori sinantropici, cioè che vivono dove ci sono le persone, sono un gruppo particolarmente dannoso in tal senso. Soprattutto nelle isole.
Viene stimato che l’80% degli arcipelaghi a livello mondiale sia stato colonizzato da essi.
In uno studio, le isole prese in considerazione sono state Ventotene, Stromboli, Pantelleria, San Domino, San Nicola, Vulcano, Panarea, Lipari, Salina, Alicudi e Filicudi.
In ogni isola è avvenuta in maniera più o meno forte una attività di controllo dei roditori con esche topicide anticoagulanti.
Tra il 2005 e il 2023 sono stati catturati 82 individui di Mus domesticus e dai loro tessuti è stato estratto in DNA.
Con una tecnica sofisticata (la PCR*, reazione a catena della polimerasi) che rileva le mutazioni genetiche, è stato visto che in 7 isole ci sono resistenze agli anticoagulanti.
La mutazione più diffusa, ad esempio, è stata quella che ha portato resistenza al bromadiolone, un rodenticida di seconda generazione, a Pantelleria, Ventotene, S. Domino e Lipari.
Ma ne sono state studiate altre, anche se difficile capire a che livello.

La situazione fotografata da questa ricerca è simile a quanto riscontrato da altri ricercatori in altri arcipelaghi del Mediterraneo mentre si confermano differenti alcuni scenari sulla terraferma come, ad esempio, in Francia e Portogallo dove la diversità nella composizione delle mutazioni nelle popolazioni della terra ferma è maggiore di quella delle isole.

Una probabile spiegazione è la presenza di grandi città ed aree urbanizzate sottoposte a tanto sistematici quanto poco approfonditi interventi di derattizzazione con gli anticoagulanti.

Appare molto chiaro che un piano serio di derattizzazione non può più fare a meno di prendere in considerazione le resistenze agli anticoagulanti.

Queste mutazioni potrebbero già essersi fissate in alcune popolazioni ed l’ottenimento di risultati in quelle aree potrebbe essere a serio rischio.

Il pensiero che potrebbe emergere è che potrebbero già essere presenti a macchia di leopardo anche sul nostro territorio nazionale popolazioni di roditori resistenti ai più comuni anticoagulanti.

Per tal motivo gli specialisti del settore del pest management dovrebbero prevedere già da ora nella loro operatività standard una valutazione delle possibili resistenze nei roditori.

(*La proteina C-reattiva è una proteina rilevabile nel sangue prodotta dal fegato e facente parte delle cosiddette proteine di fase acuta, un gruppo di proteine sintetizzate durante uno stato infiammatorio).

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