1039* 31 gennaio 2024
(Articolo tratto da Tgcom24)
In Africa l’80% delle vittime ha meno di 5 anni, entro il 2024 altri 20 paesi prevedono di somministrare il siero.
Il Camerun è diventato il primo paese a somministrare regolarmente ai bambini un nuovo vaccino contro la malaria.
La campagna appena iniziata è stata descritta dai funzionari come una pietra miliare nello sforzo decennale per frenare la malattia diffusa dalle zanzare nel continente, che rappresenta il 95% delle morti per malaria nel mondo.
La nazione dell’Africa centrale spera di vaccinare circa 250.000 bambini quest’anno e il prossimo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Africa si registrano ogni anno circa 250 milioni di casi di malattia parassitaria, con 600.000 decessi, soprattutto tra i bambini sotto i 5 anni che rappresentano oltre l’80% dei decessi nel continente.
Un passaggio definito “storico” dalla stessa Oms.
Il Camerun utilizzerà il primo dei due vaccini contro la malaria recentemente approvati, noto come Mosquirix.
Il primo a essere stato immunizzato è il piccolo Noah Ngah, di 6 mesi, in un ospedale della città di Soa, a 20 chilometri dalla capitale Yaoundé.
Si tratta di uno dei tanti centri di vaccinazione in 42 distretti considerati prioritari all’interno della nazione africana, che conta circa 28 milioni di abitanti.
Il governo ha affermato che il vaccino sarà fornito gratuitamente e sistematicamente a tutti i bambini di età inferiore ai 6 mesi insieme ad altre immunizzazioni obbligatorie o raccomandate.
Nel 2024 venti Paesi africani prevedono di introdurre il vaccino nei loro programmi di immunizzazione infantile per arrivare fino a 80-100 milioni di dosi ogni anno entro il 2030.
“Finalmente questo nuovo vaccino ha un’efficacia molto più marcata rispetto agli altri, supera il 50%.
Può sembrare una percentuale bassa, ma se si considerano i 600 mila morti l’anno per malaria significa salvare la vita a migliaia e migliaia di bambini.
La campagna vaccinale antimalarica in Camerun è perciò di enorme importanza e va estesa quanto più possibile”, ha spiegato Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia del Bambino Gesù. “Questa malattia comporta una anemizzazione violenta legata alla replicazione del plasmodio della malaria che distrugge i globuli rossi, il fegato e dà altri sintomi contro i quali non c’è scampo.
Si prova ormai da più di 70 anni a formulare vaccini contro questa patologia, ma per la scarsa immunogenicità (caratteristiche intrinseche) del plasmodio della malaria (soprattutto il plasmodio falciparum, contro cui è diretto il vaccino) questi vaccini hanno un’efficacia scarsa se non nulla”, ricorda Perno.
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