674* 10 giugno 2022
Le mosche rappresentano non solo un fastidio dovuto dal loro volare e al disturbare pranzi e cene.
Il loro danno maggiore lo provocano in quanto insetti particolarmente sporchi, tanto da essere inseriti dalla nota rivista Science Alert tra le specie che hanno causato più morti dietro solamente alle zanzare.
La lotta alle mosche, che non è assolutamente facile da vincere, viene eseguita con disinfestazioni larvicidi ed adulticidi.
Negli ambienti più sensibili, quelli alimentari e farmaceutici, ad esempio, fondamentali risultano essere gli elettroinsetticidi professionali a luce uv.
Ma nelle situazioni quotidiane, all’interno o all’esterno degli ambienti domestici… quando si tenta di catturare una mosca con una mano… o una paletta… come mai ci scappano facilmente?
Semplicemente perché questi ditteri sono più veloci in quanto percepiscono il tempo diversamente da noi.
Infatti, gli impulsi arrivano al cervello della mosca con una frequenza elevatissima: 250 flash al secondo.
Un numero decisamente alto soprattutto considerando che all’essere umano arrivano a 60 al secondo.
In altre parole, i nostri movimenti dalle mosche vengono percepiti come uno slow motion, ossia al rallentatore, permettendo loro di salvarsi.
La ricerca, condotta dal dottor Roger Hardie dell’Università di Cambridge, ha improntato esperimenti per capire il funzionamento degli occhi delle mosche e il modo in cui esse elaborano le immagini nel loro cervello.
Per arrivare alle sue conclusione Haride a spiegato poi alla BBC che ha dovuto inserire piccoli elettrodi di vetro nei fotorecettori di questi insetti.
Con un utilizzo particolare di luci, l’esperimento ha dimostrato che le mosche elaborano i segnali ottici sei volte i segnali ottici che elabora l’uomo.
Del resto, gli occhi di questi ditteri, sono formati in modo tale da coprire un campo visivo a 360°.
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