227* 24 novembre 2020
Gli Sfecidi sono una famiglia di vespe solitarie all’interno della superfamiglia Apoidea, note anche con il nome di “vespe scavatrici” per le loro abitudini di sotterrare le loro prede parassitizzate.
Queste vespe possono variare da pochi millimetri di lunghezza ai circa 3-4 centimetri per le specie più grandi. Sono generalmente neri, neri e rossi o neri e gialli, a volte coperti da una leggera pubescenza. Hanno un volo veloce e prediligono luoghi assolati, caldi e asciutti.
Gli adulti succhiano nettare sui fiori ma le larve delle varie specie di Sfecidi sono carnivore. Le femmine adulte ricorrono quindi a vari stratagemmi per fare sì che quando la larva schiuda dall’uovo possa trovare un cibo adatto. Le specie hanno spesso sviluppato il sistema di deporre l’uovo in un nido chiuso insieme ad una quantità di cibo.
I loro nidi possono essere molto diversi. Molte specie scavano gallerie più o meno profonde nella terra con i “pettini” che hanno nelle zampe anteriori (per la morfologia vedi Insecta), da cui il nome di vespe scavatrici. Altre possono fare dei nidi di fango o nidificare in cavità del legno che possono trovare pronte o scavare con le mandibole.
Al fine di provvigionare i nidi di prede per le loro larve, le femmine di Sfecidi hanno sviluppato una grande abilità di caccia, oltre che un notevole grado di specializzazione. Le femmine di alcune delle specie più grandi e vistose di Sfecidi, come ad esempio Sphex funerarius di colore nero e rosso, cacciano grosse cavallette che paralizzano con una puntura e seppelliscono in una buca di circa 10-12 cm scavata da loro nel terreno. Sull’ultima cavalletta cacciata la femmina depone un uovo. La larva si nutrirà dei corpi delle cavallette fino a quando, passato lo stadio di ninfa, diventa adulta ed esce dal nido.
Una specie che fa parte della famiglia è l’Isodontia mexicana.
La lunghezza di queste vespe è in media di 18 mm. Le femmine, come in molti Sphecidae, sono più grandi dei maschi.
Il corpo è di colore nero, con addome collegato al torace da un sottile pedicello; sul torace sono presenti lunghi peli biancastri. Le ali sono di colore bruno-nerastro. Le larve sono di colore giallo-crema.
È una specie tipica dell’America centrale e del Nord America che sta piano piano invadendo il continente europeo.
In Italia è stata segnalata per la prima volta nella seconda metà degli anni ottanta e si sta ancora diffondendo grazie probabilmente alla mancanza di predatori.
Le larve sono carnivore e si nutrono prevalentemente di ortotteri (cavallette, grilli, locuste).
Dopo l’accoppiamento la femmina nidifica, spesso nel cavo delle canne o in altre cavità lignee preformate, all’interno delle quali, utilizzando foglie secche e fili d’erba, crea 1-6 partizioni per accogliere le singole larve. Una volta completata la preparazione del nido si dedica alla cattura di una preda, prevalentemente ortotteri, e dopo averla paralizzata con il proprio pungiglione, la conduce all’interno del nido.
Solo a questo punto effettua la ovodeposizione. Le larve, uscite dalle uova, si nutrono della preda, paralizzata ma ancora viva; dopo 4-6 giorni si impupano e completano lo sviluppo in questo stadio in 2-3 settimane. Gli adulti fuoriescono dai nidi ad inizio dell’estate, i maschi in genere precedono le femmine.
Nota col nome di “vespa erbacea”, è una specie non aggressiva che costruisce il nido spesso nella cavità naturali di rami o tronchi utilizzando fili d’erba.
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