258* 03 gennaio 2021
All’articolo n° 222 abbiamo parlato dell’avvio al piano triennale di graduale immissione della piccola vespa samurai in 106 siti distribuiti in tutta la regione, a presidio dei frutteti delle sette province venete.
Riportiamo di seguito i primi risultati di questa strategia, non tanto perchè come ditta di Disinfestazioni siamo direttamente coinvolti col problema in ambito agricolo, bensì dal fatto che un risultato positivo nella lotta alla cimice asiatica nelle colture, ne deriva un beneficio nelle infestazioni ridotte in ambito civile.
Le vespe samurai si moltiplicano e divorano interi nidi di cimice. Questo è accaduto nelle aziende agricole venete che il 18 giugno scorso hanno iniziato a sperimentare il lancio di queste vespe non autoctone.
I tecnici dei servizi fitosanitari della Regione Veneto, insieme ai ricercatori del dipartimento Dafnae dell’Università di Padova, hanno infatti rilasciato una moltitudine di esemplari dell’insetto (100 femmine e 10 maschi, per l’esattezza per ogni azienda), che a quanto risulta è il miglior antagonista della cimice asiatica.
Ne hanno beneficiato gli ettari di culture biologiche e non.
I tecnici dell’Università, che ogni 20 giorni monitorano l’andamento della sperimentazione, hanno visto che le uova sono bucherellate. Le vespe hanno mangiato interi nidi e questo significa che la popolazione della cimice asiatica già l’anno prossimo dovrebbe cominciare ad essere ridotta. Chiaramente ci vorranno un paio d’anni perché si vedano risultati consistenti, però c’è soddisfazione perché si vede che l’antagonista sta facendo il lavoro prefissato.
Altre strategie come l’utilizzo delle reti servono a poco perché le cimici depongono le uova sopra e, quando nascono i piccoli, si infilano dentro.
“Questa esperienza dimostra che non si può più fare agricoltura senza ricerca – sottolinea Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova – E’ presto per cantare vittoria, perché gli esperti prevedono che serviranno alcuni anni per la diffusione del parassita naturale della cimice asiatica nel nostro ambiente, ma questi primi risultati ci confortano e ci spronano a chiedere sempre di più che la scienza sia di supporto all’agricoltura. Nel frattempo però la cimice anche quest’anno sta facendo danni, in particolare sulla soia, anche se la presenza è ridotta allo scorso anno. Perciò in questo periodo transitorio è necessario che le aziende continuino a impiegare mezzi di difesa con reti di protezione e mezzi chimici efficaci”.
Fonte: Confagricoltura
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