Estate, la stagione attiva per le vespe

1132*  12 luglio 2024

(Articolo tratto da colkim.it)

 

Con questo termine vengono indicati quegli insetti appartenenti all’ordine degli Imenotteri, sottordine Aculeati, famiglia Vespidi (Vespidae). Oltre alla classica colorazione gialla e nera, si riconoscono per la posizione delle ali tenute a riposo, disposte longitudinalmente al corpo. Un profondo restringimento fra torace e addome, comune anche ad api e formiche, determina la “classica vita sottile da vespa”. Questo stretto peduncolo permette all’insetto di spostare l’addome in tutte le direzioni ed è importante nella deposizione delle uova e nell’azione di inserire il pungiglione nel corpo di un nemico.

Nel nostro paese possiamo trovare due gruppi distinti di questi insetti sociali: i Polistini (genere Polistes), chiamati volgarmente vespe cartonaie, ed i Vespini (genere DolichovespulaVespulaVespa), le classiche vespe.

Il genere Polistes

Le “vespe cartonaie” sono presenti in Italia con circa 10 specie, anche se la più comune, e la più grande, è Polistes dominulus (P. gallicus). Più eleganti delle classiche “vespe”, con l’addome più lungo ed affusolato, negli ambienti antropizzati costruiscono i nidi in luoghi caldi e riparati. Possiamo trovarle sotto le tegole dei tetti, nelle parti esterne degli edifici, in prossimità di baracche e pollai, all’interno di tubi, anche di metallo, e piccole cavità, su pali e tralicci dell’elettricità.

Il nido dei polisti non è avvolto dall’involucro di carta come nelle altre vespe sociali e il favo orizzontale, che contiene gli stadi immaturi, rimane esposto. Uno stretto peduncolo lo congiunge al substrato. Questa piccola struttura permette di difendere abbastanza facilmente il nido dagli attacchi di altri insetti predatori come le formiche. La maggior parte dei “manufatti” di cellulosa sono di piccole dimensioni, con 50-300 cellette attive alla fine dell’estate (fino a 600-700 in P. dominulus) e alcune decine di alati in attività.

Il genere Vespula

Vespula vulgaris e V. germanica rappresentano le vespe che più spesso vengono in contatto con l’uomo e che rappresentano il maggior problema, sia per la loro aggressività che per il numero elevato di individui presenti, fino a 5000-7000 per nido. Il ciclo stagionale è più lungo rispetto alle altre vespe sociali, in quanto la fondatrice inizia la costruzione in aprile – maggio e la colonia scompare a ottobre-novembre. A giugno compaiono le prime operaie, mentre ad agosto-settembre prima i maschi e poi le femmine riproduttrici.

Il nido viene costruito in una cavità nel terreno, ma può essere posizionato all’interno di edifici, dentro un albero cavo, sotto i cornicioni.

I nidi aerei delle due specie, che possono raggiungere in media 15-30 cm di diametro, possono essere riconosciuti dalla diversa colorazione. Come materiale di costruzione le regine di V. vulgaris utilizzano fibre di legno in decomposizione ed il nido assumerà una colorazione bruna-rossastra, con bande chiare che si alternano ad altre scure. Al contrario V. germanica strappa e modella con le mandibole fibre di legno ancora integro, ma reso grigio dalle intemperie.

Il genere Vespa

I calabroni (Vespa crabro nel nord e V. orientalis nelle regioni meridionali) sono le vespe di maggiori dimensioni nel nostro paese, con operaie lunghe fino a 25 mm e regine che possono raggiungere 35 mm.

In primavera, verso maggio, una femmina che ha trascorso l’inverno in una  zona  sicura, spesso nel terreno, individua un sito adatto ed inizia la costruzione del nido. Questa specie preferisce le piccole cavità degli alberi, ma nell’ambiente urbano utilizza anche luoghi riparati e protetti come solai, camini, pozzi, intercapedini contenenti gli avvolgibili delle finestre. A giugno le prime operaie cominciano a svolgere i loro compiti di manutenzione del nido e ricerca del cibo, permettendo alla regina di ridurre i suoi spostamenti all’esterno per dedicarsi quasi esclusivamente alla deposizione delle uova.

Il nido aereo del calabrone è formato da diversi favi sovrapposti, racchiusi da un involucro piuttosto friabile e continuamente rimodellato dalle operaie. In autunno assume una forma piuttosto allungata, potendo raggiungere 60 cm di altezza e 30 cm di diametro. La colonia raramente può  comprendere più di 1000 individui.

Lotta contro vespe e calabroni

Non è facile gestire le popolazioni di questi imenotteri in un contesto particolarmente favorevole per il loro ciclo biologico. Il loro numero, la capacità di spostarsi su lunghe distanze, la flessibilità comportamentale in funzione delle risorse ambientali può essere causa di fallimenti quando i sistemi di lotta non sono ben coordinati o applicati in maniera ottimale.

Trappole

L’utilizzo di trappole “ecologiche” di varia forma e colore ha sempre riguardato gli ambienti esterni frequentati da questi infestanti. Il numero di catture dipende da vari parametri. Innanzitutto è importante il posizionamento: collocare una trappola sulla “rotta” frequentata dalle operaie di una colonia oppure in prossimità di aree utilizzate per la ricerca del cibo significa partire con il piede giusto. Altrettanto importante è l’attrattivo. Inoltre, l’utilizzo di trappole funziona nei confronti di Vespula spp., caratterizzata da un ampio spettro alimentare, mentre le catture sono minori nei confronti di calabroni e nulli in Polistes spp., che si cibano soprattutto di insetti.

La trappola da noi proposta è da usare in qualsiasi ambiente esterno: giardini, verande, porticati, recinti, aree gioco per bambini, discariche e siti di riciclo dei rifiuti.

Viene fornita con un’esca specificamente progettata per le vespe.

Nella trappola, l’esca viene mescolata con l’acqua e attrae le vespe per poi farle annegare.

Progettata per essere appesa agli alberi o a pali (i fili di fissaggio sono inclusi); può essere collocata anche a terra.

Sono ovviamente disponibili le esche di ricambio.

Consultateci per ulteriori informazioni!

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