1046* 14 febbraio 2024
(Articolo tratto parzialmente da TG24com)
La malattia si diffonde velocemente nelle aree tropicali del pianeta. E le autorità di sanità marittima e aerea dispongono un innalzamento dell’attenzione per evitare che la zanzara infetta arrivi da noi.
Scatta l’allerta dengue in molte zone tropicali nel mondo e l’Italia dispone controlli mirati alle frontiere per evitare l’ingresso nel nostro Paese della zanzara vettore del virus responsabile della febbre.
A Fiumicino sono stati innalzati i livelli di vigilanza, compresa la disinfestazione degli aerei provenienti da Paesi a rischio.
Numerosi i focolai in diverse aree del pianeta, dal Brasile all’Argentina.
E in seguito all’aumento globale dei casi il direttore generale degli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf-Sasn) aumenta i controlli nei confronti di mezzi e merci provenienti dai Paesi in cui “è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia”.
E’ stato innalzato all’aeroporto di Fiumicino il livello di vigilanza nei confronti degli aerei provenienti e delle merci importate dai Paesi in cui è “frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia Dengue. Tra le misure previste il monitoraggio attento “sulla disinfestazione degli aerei” e la valutazione di eventuali ordinanze per interventi straordinari di sorveglianza e sanificazione.
Il provvedimento è arrivato proprio a causa dell’aumento globale dei casi in Brasile e Argentina, su disposizione del Direttore Generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, agli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera.
Le circolari diffuse, dice Vaia, “sono riferite a Aedes Aegipty, in quanto è la zanzara vettore specifico di Zika e anche del virus dengue.
Questa zanzara non è presente nel nostro territorio e l’obiettivo è quello di impedirne l’arrivo in Italia.
Tra l’altro, l’Italia è uno dei pochi se non l’unico Paese europeo che ha queste misure alla frontiera”.
La malattia in genere causa disturbi simil-influenzali, ma a volte può manifestarsi in una forma grave, chiamata dengue emorragica, che può essere mortale.
Non è contagiosa direttamente da uomo a uomo, ma la trasmissione da persona a persona è possibile solo attraverso gli insetti.
Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni e viene quindi prelevato e trasmesso ad altri individui tramite la puntura di zanzara.
Il vaccino contro la febbre dengue è stato già ordinato e arriverà la prossima settimana all’Inmi Spallanzani di Roma, dove sarà possibile richiederlo.
Visita e vaccino sono a carico dell’utente e la struttura romana è tra i primi centri a ricevere le dosi. A settembre l’Aiva ha infatti dato il via libera all’unico vaccino per la prevenzione della malattia anche per chi non ha avuto una precedente esposizione al virus e senza la necessità di dover eseguire un est pre-vaccinale: sono sufficienti due dosi per essere immuni.
I dati in Italia ed Europa “Nel 2023 – afferma Alessandro Marcello, responsabile del laboratorio di virologia molecolare dell’Icgeb che opera nell’Area Science Park di Trieste – abbiamo avuto il più alto numero di casi e di trasmissioni autoctone di dengue fino ad ora.
I cambiamenti climatici, ma anche gli spostamenti delle persone sono i maggiori responsabili della circolazione della dengue in nuove aree”. In Europa sono tre i Paesi che hanno registrato casi ed epidemie autoctone sporadiche di dengue, tra il primo gennaio e il 5 dicembre 2023. L’Italia, prima con 82 casi, è seguita da Francia (43) e Spagna (3).
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